
REPUBBLICA.IT (M. PINCI) - Adesso la Roma teme la "stangata". Il giorno dopo la vittoria sul Lecce, l'argomento dominante in casa giallorossa è ancora Totti. Un'espulsione sicuramente esagerata, quella del capitano romanista, a cui però ha fatto seguito una reazione altrettanto spropositata. Chi ha visto da vicino la scena racconta di uno scatto di Totti, ma anche di una rapida presa di coscienza da parte del numero dieci, imbufalito per il "rosso" che lo priverà del derby e frenato soltanto da un addetto ai lavori della Roma (lo stesso che lo aveva "scortato" nello spogliatoio di Livorno, dopo l'espulsione del 21 gennaio 2007)
RISCHIO STANGATA - Proprio per questo, la sensazione a Trigoria è che difficilmente Totti eviterà uno stop più lungo della singola giornata: sia in qualità di capitano, sia perché - dopo il calcione a Balotelli - potrebbe essere considerato recidivo. Il rischio è che il giudice sportivo possa arrivare a decidere per una squalifica di tre giornate. A cui, in ogni caso, la Roma si appellerebbe facendo leva sulla provocazione di Olivera (il fallo da tergo a palla lontana), sull'esagerazione del provvedimento arbitrale (ieri i dirigenti della Roma hanno chiesto spiegazioni all'arbitro che si è difeso dicendo di aver visto la mano sul volto del leccese e di non poter fare altrimenti) e sul fatto che Totti non è mai venuto a contatto con l'avversario. "È stato più il parapiglia delle persone che si sono mosse che una reazione violenta - spiegano dall'entourage del giocatore - dopo un primo momento Francesco si era fermato e voleva semplicemente rientrare negli spogliatoi".
DELUSIONE - Quel che è certo è che, fin dai primissimi istanti successivi alla reazione, Totti è apparso molto dispiaciuto. Si è infilato sotto la doccia senza dire nulla, si è sottoposto al controllo antidoping ed è rapidamente uscito dall'Olimpico passando da un'uscita secondaria (non dalla zona mista, per intenderci), dove era atteso dalla moglie Ilary, presente in tribuna durante il match. Oggi a Trigoria Totti ha svolto un allenamento defaticante insieme a chi ha giocato ieri. Ancora, però, non ha smaltito affatto la delusione della serata di ieri: è arrabbiato, ci teneva a giocare il derby e a provare a tornare protagonista in una sfida che lo scorso anno ha dovuto abbandonare dopo appena un tempo. E in cui fatica a lasciare il segno da troppo tempo. Il gol contro la Lazio manca al numero dieci da cinque anni: era il 23 ottobre del 2005, Roma-Lazio 1-1, quando realizzò il gol del provvisorio vantaggio a pochi giorni dalla nascita del primogenito Cristian. "Giocheremo la stracittadina per lui", ha assicurato ieri Ranieri. Una consolazione decisamente troppo tenue.
TEST ADRIANO - Oggi a Trigoria, però, è stato anche il primo giorno di lavoro in vista di Basilea-Roma, in programma mercoledì. Una gara fondamentale in ottica qualificazione agli ottavi di Champions League. Domani il gruppo lavorerà al completo (ad eccezione di Cassetti, fermato da una tendinite) prima della partenza di martedì per la Svizzera. Oggi, primo assaggio di campo anche per Adriano, tornato per pochi istanti sul rettangolo di allenamento: un test per valutare alcuni movimenti della caviglia a un mese esatto dall'infortunio (trauma contusivo-distorsivo). Un test positivo, che apre la seconda fase di recupero per l'attaccante di Rio: da domani, Adriano inizierà a lavorare sui movimenti laterali, momento importante per determinare la completa guarigione. In mattinata qualcuno aveva sollevato anche un briciolo di preoccupazione vedendo Adriano uscire dal campo dopo una manciata di minuti. In realtà, il brasiliano aveva già lavorato in palestra e corso sul tapis roulant. Da domani via allo "step-due" di una riabilitazione iniziata anche dal punto di vista mentale: chi lo conosce lo ha visto meglio, mangia finalmente in modo equilibrato e si allena con regolarità. Per tornare campione la strada è ancora lunga, ma almeno sembra finalmente quella giusta.