Totti, o si chiarisce o si perde

10/10/2010 alle 11:03.

IL MESSAGGERO (R. RENGA) - Rosella Sensi ha ordinato il silenzio a seguito di un intervento di Francesco Totti, considerato a gamba tesa. Punizione, giallo per il capitano e per tutti. La Sensi ha forse ritenuto che Totti si riferisse a lei.

Personalmente, avremmo chiesto spiegazioni a , non fatto suonare il silenzio. A chi e a che cosa si riferisce il giocatore? Ha ragione o no? Vede doppio o è ancora in sé? E’ questo il punto. Se l’atleta più rappresentativo di una società, se un calciatore che mai ha lasciato la prima linea (anche in occasione del recente deferimento) e mai si è nascosto dietro un pallone, dice e sottoscrive certe cose, vogliamo perlomeno starlo a sentire, dedicargli cinque minuti della nostra vita sociale?

 

Qui non c’entra l’età di Francesco, non c’entrano gli eventuali acciacchi (piuttosto: sta benissimo) o il gol che non arriva. Ci si chiede solo se presente e passato di giustifichino un approfondimento, un banale supplemento d’indagini. Del resto, è da mesi che la Roma vive nella confusione e nell’incertezza, dirigenziale e tattica e i risultati si vedono. Rosella poco può fare per risolvere i quesiti legati al modulo; molto, invece, potrebbe fare a livello societario. Serve un suo intervento, che non sia solo censorio. Lo chiedemmo all’inizio della stagione; ci ripetiamo adesso, nello scoprire che il capitano la pensa come noi.

E’ singolare un fatto: gente che sino a pochi mesi fa perdeva la testa per un autografo di è pronta adesso a dargli la spinta decisiva. Siamo sempre i primi al mondo nell’arte di alzare e abbattere monumenti. Tra Borriello, che gioca nella Roma da cinque minuti, e , che alla Roma ha dedicato se stesso, non si possono fare paragoni. Come tra Del Piero e Amauri. Tra Franco Baresi e Huntelaar. Tra Bergomi e Pandev. Eppure a Roma si fanno, mettendo in difficoltà il capitano e l’attendente.

Strani giochi sulla pelle della Roma e di . Siccome ci siamo, non convince neppure questa idea azzurra di dedicare una partita a Totò e a Francesco. Per Baggio si giocò una gara a Genova, ma Robertino aveva trentasette anni e il Trap prese al volo l’occasione per dirgli grazie e addio, prima che l’Italia ne pretendesse la convocazione in Portogallo. di anni ne ha tre in meno, è ben lontano dall’addio e tanto amico di Cassano non è più da un pezzo.