«Totti, la nostra prima punta»

11/10/2010 alle 09:20.

IL ROMANISTA (P. BRUNI) - Quando parla di calcio non è mai banale. Zibì Boniek, a differenza di tanti onniscenti e sedicenti esperti, a pallone c’ha giocato veramente. E anche a certi livelli. La Roma gli è rimasta nel cuore e nella testa. La Capitale, ormai, è la città in cui vive, dove sono nati i figli e dove, da qualche tempo, si “diverte” a fare il nonno. Da buon tifoso giallorosso, sta vivendo, un po’ come tutti, un periodo arido di soddisfazioni

 

Che cosa sta succedendo alla Roma?

La stessa cosa che è successa all’inzio del campionato scorso. Sicuramente non c’è un problema unico, ma una serie di contrattempi. Probabilmente, la perdita di adrenalina dopo aver rincorso l’Inter e aver perduto lo scudetto all’ultima giornata è un passaggio chiave in questo inizio di campionato.

Però il mercato è stato all’altezza.

Fino ad un certo punto. L’anno scorso la rincorsa ai nerazzurri ha ha fatto si che venissero confermati alcuni calciatori avanti con l’età. La scommessa Adriano è ancora da vincere, mancano i laterali di centrocampo e Gulliermo Burdisso non serve. Borriello è un buon attaccante ma si ruba lo spazio con che può e deve giocare soltanto come prima punta.

Forse anche Ranieri sta vivendo un momento di confusione. Non le sembra che il continuo cambio di modulo crei problemi?

Ranieri è un allenatore intelligente e sa benissimo che quando le cose non vanno bisogna cambiare e cercare soluzioni alternative. Ho seguito con attenzione il suo percorso e le sue dichiarazioni. Su una cosa, in particolare, sono d’accordo con lui.

Quale?

I moduli lasciano il tempo che trovano. L’anno scorso hanno recuperato ben 14 punti all’Inter, con la testa bassa e sudando sul campo in silenzio. Ora, più che mai, bisogna mettersi a completa disposizione del tecnico.

E la preparazione atletica è davvero all’altezza?

Stesso discorso fatto per i moduli: quando le cose non vanno come dovrebbero si infilano tutte queste polemiche inutili. La Roma è una squadra da primi cinque posti e che si riprenderà quanto prima.

Forse l’aspetto societario crea instabilità all’interno del gruppo. E’ possibile?

Una società senza padrone è complicata da portare avanti. Se c’è ancora la Sensi vuol dire che non esiste un acquirente. Non penso che si possa andare verso questa direzione, però allo stesso tempo qualsiasi cosa accada non può portare problemi sul campo: creare alibi sarebbe il modo più lungo per superare le difficoltà.