Totti, il dolce e l’amaro

13/10/2010 alle 09:25.

IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - «E’ un premio che mi riempie di gioia». Iniziava così il messaggio con cui Francesco Totti, sul suo sito internet, annunciava la vittoria del Golden Foot. Un riconoscimento internazionale che gli restituisce parte di quello che le critiche in Italia (a quelle ci era abituato) e nella sua città gli hanno tolto nelle ultime settimane. Parte, ma non tutto. Perché la ferita è profonda e anche ieri, al ritorno a Trigoria, Francesco non aveva voglia di festeggiare. Lo ha fatto molto poco.


che gli restituisce parte di quello che le critiche in Italia (a quelle ci era abituato) e nella sua à gli hanno tolto nelle ultime settimane. Parte, ma non tutto. Perché la ferita è profonda e anche ieri, al ritorno a Trigoria, Francesco non aveva voglia di festeggiare. Lo ha fatto molto poco. Certo, tutti i compagni gli hanno fatto i complimenti, ma è finità lì. Il giorno dopo l’ennesimo successo ha avuto un sapore poco gradevole. E’ ancora amareggiato , molto amareggiato. E le frasi nell’intervista rilasciata nel Principato sono lì a testimoniarlo: «Mi è dispiaciuto per tante persone che mi hanno attaccato, non dico come professionista, perché ognuno è libero di pensare e dire quello che vuole, ma umanamente. Ci vuole rispetto. Il mio umore non è granché, ma mi risolleverò». Come ha sempre fatto, a modo suo, con la classe e, soprattutto, con i gol. Quelli che spazzerebbero via tutte le cattiverie e che in questa stagione non vogliono proprio arrivare. E’ per questo che Francesco si è rimesso a lavorare, a testa bassa, per riuscire a battere il
e ritrovare la via della rete.

Magari facendo affidamento sui numeri. Già, perché l’uomo che ha battuto tutti i record, non ha ancora segnato in Serie A contro i gialloblù in casa. Strano, ma vero. Una volta andò a segno all’Olimpico, era la stagione 94-

95, ma non era campionato, bensì Coppa Italia (finì 3-0). E al Grifone ha segnato pure a Marassi, lo scorso campionato alla prima giornata. Non fu sufficiente per evitare la sconfitta per 3- 2, ma servì a dare seguito ad un suo periodo di straordinaria prolificità. Prima di quel match, di gol ne aveva già fatti sette in Europa League.

Alla vigilia della partita, Francesco, reduce da una doppietta al Kosice, disse a chi gli chiedeva di una grande azione non concretizzata per un soffio: «Vorrà dire che un gol l’ho tenuto per Genova». Promessa mantenuta. Il giovedì successivo ne fece altri tre, sempre al Kosice, segnando la sua prima tripletta all’Olimpico e arrivando

a quota 11 centri stagionali. Oggi è un’altra storia, ma di periodi di digiuno il ne ha già avuti alcuni. E stavolta ha ancor più voglia di interromperlo. Un desiderio infinito di mettere a tacere tutti: un gol, poi un altro, e poi ancora. Almeno fino a 13 per raggiungere Roberto Baggio a quota 205 in Serie A. «E’ un mio obiettivo - ha detto Francesco -. I tifosi stiano tranquilli, tornerà la vera Roma». E sarà alla sua guida.