REPUBBLICA.IT (M. PINCI) - Il gol che non arriva, sostituzioni in serie, risultati da cancellare. E la sensazione di non essere più un punto fermo. La stagione amara della Roma si specchia nel momento dell'uomo che ne incarna il volto in campo: Francesco Totti. Nel pranzo domenicale di Parma, il capitano giallorosso ha portato il proprio digiuno sotto rete a 942 mi
NUOVO CASO? - "Francesco non ha preso male il cambio, ma certo non era felice di uscire", la versione che filtrava ieri dopo il fischio finale del match. Nessuna dichiarazione ufficiale invece - complice il silenzio stampa - firmata Totti. Solo la sensazione, non soltanto degli osservatori esterni, che la scelta di un cambio nel segreto (neanche troppo, dopo l'invasione delle telecamere Sky) dello spogliatoio sia servita soprattutto per evitare potenziali malumori in diretta tv. Un nuovo caso Totti avrebbe fatto male soprattutto alla squadra, che anche per questo ha dimenticato in fretta la vittoria sull'Inter di un mese fa, affogandola nella delusione del numero dieci per l'uscita anticipata dal match. Ma anche senza aver rivisto la fuga negli spogliatoi dell'Olimpico senza saluti né strette di mano all'indirizzo della panchina, resta lo stupore: fuori il simbolo della Roma, dentro Simplicio (oggetto misterioso del mercato estivo e impiegato, sino a ieri, soltanto per 23 minuti), per limitare Dzemaili. "Perché sempre io?", avrà quantomeno pensato, Totti. Che, dopo un primo tempo sottotono, sperava in un riscatto nella ripresa, condito magari dal primo gol stagionale. È rimasta soltanto la voglia.
AUTORITÀ - L'ennesimo cambio in corsa, arriva al termine di una settimana in cui proprio Totti si era fatto portavoce della squadra per ribadire, nel confronto di mercoledì con Rosella Sensi, la fiducia al tecnico: "Ranieri non si tocca", il messaggio del gruppo, condiviso dalla società (anche nel dopo partita di ieri). Che, però, almeno sul rettangolo di gioco, sembra aver perso parte dell'autorità che lo scorso anno gli aveva consentito di rinunciare a Totti e De Rossi in mezzo a un derby iniziato male e finito in trionfo. In quel caso, nessuno aveva osato dire nulla: oggi, al contrario, ogni sostituzione è motivo di attrito con la squadra. Non solo di Totti.
CONTESTAZIONI - Totti, Adriano, Borriello e Vucinic. Le stelle dell'attacco, ma anche i "contestatori" dei cambi. Contro l'Inter, Ranieri aveva incassato il "no" di Adriano all'ingresso in campo, prima delle critiche di Borriello nel dopogara di Napoli. A Parma, le stesse telecamere che hanno dovuto rinunciare a registrare l'espressione di Totti al momento di lasciare il campo, hanno immortalato la reazione di Vucinic, sostituito al 6' della ripresa con Baptista. Uscita a testa bassa, nessun cenno verso il tecnico e calci a tutto quanto a tiro (borsoni e bottigliette d'acqua) nei pressi della panchina. "Perché dopo 6 minti e non all'intervallo?", si sono chiesti in tanti. "Aveva iniziato a giocare da solo", prova a spiegare qualcuno. Non Ranieri, imbavagliato dalla disposizione al silenzio del club. Purtroppo. Restano allora le reazioni dei singoli. Che fanno il paio con le richieste di mutare preparazione atletica e schemi di gioco, da parte dei giocatori simbolo. "Non sparate sul pianista", chiese Ranieri a inizio stagione. Ditelo anche alla squadra.