Sensi ordina il silenzio. Totti: "Ci riprenderemo"

06/10/2010 alle 20:13.

REPUBBLICA.IT (M. PINCI) - Tutti zitti alla Roma. Rosella Sensi ordina il silenzio assoluto. Dai giocatori, ai dirigenti, al tecnico: tutti in silenzio fino a nuovo ordine. In pratica solo la Sensi potrà parlare del momento della Roma, cosa peraltro fatta in un comunicato apparso sul sito ufficiale del club. Le parole del presidente sono tutte per cap



LA CURA PER LA CRISI - "Credo che nei momenti di grande difficoltà, soprattutto nello sport, il lavoro rappresenti la migliore medicina", ha specificato la Sensi nella nota. "Le risposte si danno con i fatti e i nostri fatti passano dal campo di allenamento, al sudore in palestra, dall'alimentazione ai comportamenti. Nello sport di squadra è il gruppo che risponde, per questo ne usciremo tutti insieme. La Roma in questi giorni deve sposare solo due concetti: silenzio e fatica. Poi tutti potranno esprimersi sabato 16 ottobre alle 20,45, contro il all'Olimpico".



MESSAGGIO AI TIFOSI - "Ai tifosi dico di stringersi intorno a Ranieri e ai giocatori. Il nostro pubblico ha sempre garantito un sostegno fantastico ed ora ci serve più che mai la spinta che in passato ha portato la squadra a vere e proprie imprese. Io sono convinta della forza della roma e delle possibilità di recupero, ma nello sport questo si ottiene solo con la determinazione assoluta e il sacrificio, motivazioni "che il nostro gruppo ha sempre saputo tirare fuori".



TOTTI: "CI RIPRENDEREMO" - "Punto sulla Roma, ci riprenderemo", ha detto poche ore prima . Vederlo a due passi dall'Olimpico, senza la maglia giallorossa e con un mazzo di carte da poker in mano non deve trarre in inganno: è e si sente sempre al centro della Roma. Il capitano romanista, protagonista di un torneo di Texas hold'em (il poker sportivo di moda in questo periodo) di beneficenza organizzato da Partypoker, uno dei suoi sponsor personali, arriva intorno alle 10.30. Con lui, il compagno di squadra Cassetti, il procuratore Davide Lippi, l'oro ai mondiali di nuoto Filippo Magnini.



In queste ore, tramite il Corriere dello Sport, era stato chiaro:
"Per la Roma non voglio essere un problema, se qualcuno pensa che io lo sia me lo dica e prenderò le mie decisioni". Anche per questo, vietato parlare di Roma, almeno in apparenza. Ma basta chiedergli se scommetterebbe sui giallorossi in una partita di poker che il capitano si sbottona: "Sulla Roma ci punto ancora e sempre - continua , sorridente - anche quando le cose vanno male". Gli chiedono se è sereno, guarda lontano: "Sono sereno, nella vita ci sono tante cose che vanno oltre lo sport. Anche se sul lavoro le cose non vanno come vorrei". Qualcuno pretende di sapere persino cosa pensa. "Il mio carattere lo conosco solo io, sono un po' giù ma andrò avanti. Cosa farò lo vedrete". Poi, la promessa: "Ci rialzeremo". Chiusura su Ranieri con cui si è parlato di qualche tensione nelle ultime settimane: "Anche lui è sereno..". Appunto.



Il torneo di dura due ore. Prima delle tredici, è già nuovamente davanti ai microfoni, sconfitto dal vincitore del Grande Fratello, Mauro Marin. Ma il terzo posto al tavolo non lo accetterebbe a fine stagione per la sua Roma: "No, non firmo per il terzo posto", ammette . Che, almeno al tavolo, accetta volentieri il cambio: "Quando è entrato un nuovo giocatore le cose sono andate meglio". Dal pomeriggio riprende a Trigoria il lavoro della squadra. "Una settimana importante per recuperare - continua - tanto non si gioca". In questo momento, quasi un bene.




LA LETTERA -
 Nella lettera al Corriere dello Sport, tocca diversi argomenti. "Da capitano - scrive -, ribadisco di non voler essere il problema della squadra. Se chiunque abbia il potere decisionale in questa società ritiene che io sia diventato un problema di questa squadra, ha il dovere di dirmelo, affinché io possa prendere le mie decisioni. Non voglio essere un peso per nessuno. Sono sempre stato e sarò sempre disponibile per questa squadra e questi colori, per cercare di far sognare i nostri tifosi e di far vincere la nostra Roma".



IL RAPPORTO CON GLI ALLENATORI -
 "Sono 21 anni che indosso questa maglia, da più di 10 sono il capitano di questa squadra. Ho gioito e ho pianto per i risultati ottenuti, l'ho sempre fatto con lo spirito del primo tifoso e del primo professionista di questa squadra. Da Boskov a Ranieri, con tutti gli allenatori che ho avuto alla Roma e anche quelli delle Nazionali, ho sempre avuto un rapporto leale. Qualsiasi tecnico ha avuto la massima libertà di decidere se farmi giocare o meno e decidere in quale ruolo utilizzarmi per il bene della squadra. Mi sono sempre adattato alle esigenze della squadra, giocando da trequartista, da seconda punta o da prima punta. Anche oggi sono a disposizione dell'allenatore, che ha la massima libertà e autonomia di scegliere l'utilizzo in qualsiasi posizione del campo e per la durata che ritiene più opportuna, senza subire nessuna pressione dal sottoscritto".



LE SCELTE -
 "C'è stata qualche sostituzione che mi ha amareggiato, ma la mia reazione è stata legata solo al fatto che non sono stato così incisivo da poter permettere alla squadra di vincere. Mai è stata una mancanza di rispetto verso la società, l'allenatore e i compagni".