IL ROMANISTA (G. PIACENTINI) - «Ranieri non si tocca lo dico categoricamente a nome della mia proprietà e della dirigenza. Ranieri resta con noi, ha la nostra fiducia illimitata». Parlava così domenica pomeriggio Daniele Pradè negli spogliatoi del Tardini, dopo il brutto pareggio della Roma col Parma. Un pareggio che ha lasciato parecchi strascichi soprattutto nei tifosi: sia quelli presenti al Tardini, che a metà del secondo tempo hanno cominciato a chiedere alla squadra «un tiro in porta, almeno un tiro in porta»
tecnico, che avrebbe voluto una presa di posizione netta da parte della società già nel corso della scorsa settimana. Ma è vero amore, quello che cè in questo momento tra Ranieri e la società? A sentire le parole di Pradè sembrerebbe di sì, anche se il ds quando gli chiedono del rinnovo del contratto del tecnico non si sbilancia. «Il rinnovo del contratto? Riguarda il presidente e il tecnico, che si guarderanno in faccia da soli». Uno dei nodi in questo momento riguarda proprio il contratto del tecnico, che ancora non arriva. Qualche settimana fa il rinnovo sembrava cosa fatta, addirittura si aspettava lannuncio durante lultima sosta del campionato. Poi dopo la brutta sconfitta di Napoli non se ne è più parlato, tanto che in molti hanno collegato il mancato annuncio con il crescente nervosismo del tecnico giallorosso manifestato non solo nelle conferenze
stampa (quando ancora la Roma non era in silenzio) ma anche nel rapporto con i calciatori e nelle scelte in panchina, non sempre lucide.
In questo momento Ranieri è un allenatore a termine, nel senso che non si sa cosa accadrà dopo la scadenza del suo contratto, il 30 giugno, e questo può rappresentare un problema perché un tecnico "a scadenza" è un tecnico delegittimato nei suoi poteri. Un rinnovo immediato, come auspicato da più parti, sarebbe un segnale forte di continuità. In caso contrario si rischia una stagione di transizione, sulla falsariga di questi primi mesi. Anche perché tutte le altre soluzioni appaiono quantomeno difficili da praticare. La via del traghettatore non è certo la migliore, e si rischierebbe una stagione come quella del post Prandelli dove a fine stagione abbiamo contato ben cinque allenatori. I nomi che si fanno poi (da Cosmi a Montella), non offrono nessuna garanzia. Di grandi allenatori liberi, poi, in questo momento non è che ce ne siano tanti e i nomi di Leonardo e Lippi sembrano, per motivi diversi, già "bruciati" per la piazza romana. Anche (ma non soprattutto) per questo la strada migliore, ed è quella che vuole percorrere la società, è quella di andare avanti con Claudio Ranieri almeno fino al termine della stagione. Con la speranza che le prossime due settimane possano segnare la svolta: fino al derby del 7 novembre i giallorossi affronteranno il Lecce allOlimpico e prima di andare a Basilea. Sono queste tre partite quelle che, in un senso o nellaltro, possono segnare il futuro di Ranieri e della squadra.