Nonostante il momento buio, sono ottimista. I giallorossi hanno una struttura di grande qualità, una rosa di livello composta da giocatori molto forti. Prima o poi, passato il momento negativo, torneranno ad esprimersi sugli standard abituali. Purtroppo a Roma non è facile vivere determinati momenti, le pressioni sono molte e la piazza è fortemente umorale.

Che cosa ne pensa dell’operato di Ranieri in questi primi due mesi e mezzo?

Per un allenatore, anche il più bravo ed esperto, non è facile gestire i giocatori quando si verificano momenti così particolari. Ricordiamoci che lui ce li ha tutti i giorni sotto gli occhi, li vede allenarsi durante la settimana, valuta ogni situazione e decide in base a quello che gli scorre davanti. Da parte sua c’è il massimo impegno per

uscire da questo periodaccio, oltre ad essere un ottimo professionista, è romano e romanista. Ci

tiene a riportare la Roma ai livelli che le competono.

Quali sono le responsabilità da attribuire ai giocatori?

Ho sempre sostenuto che, quando le cose non vanno bene, gli errori vanno distribuiti equamente fra società,

calciatori e staff tecnico. Sembra un luogo comune, un’ovvietà, ma è così. Nella Capitale si cerca sempre un

colpevole, qualcuno che possa essere indicato come il responsabile del problema. La realtà, invece, ci insegna che è più utile per tutti muoversi nella stessa direzione per ricompattare l’ambiente e ripartire con maggiore forza.