Roma, segni di risveglio. In crisi ci torna il Genoa

17/10/2010 alle 12:13.

LA STAMPA (S. DI SEGNI) - La cura giallorossa del silenzio ha funzionato. Contro il Genoa la Roma fa il pieno di sofferenza ma la regola dell'ex alla fine pende dalla sua parte: le promesse di vendetta di Toni restano tali e le reti di Borriello e Brighi si traducono in ossigeno per Ranieri. «Le loro assenze non bastano mai», erano stati gli scongiuri di Gasperini alla vigilia. E visto che il calcio non è mai la somma algebrica dei campioni in campo, la Roma per quarantacinque minuti ritrova anche lo smalto dei tempi andati.

Il primo sguardo della serata è rivolto ai paraggi dell'Olimpico: non c'è traccia dei tifosi genoani sprovvisti di Tessera del Tifoso, che avevano annunciato la discesa (pacifica) nella Capitale. Sul campo, Ranieri fronteggia le assenze di e Vucinic disponendo i suoi secondo il 4-4-2: serve una Roma quadrata, per uscire dalla crisi. e Borriello, come da palinsesto, guidano l'attacco. Dei due è il primo a sacrificarsi qualche metro più indietro, mentre il partenopeo aggredisce la profondità. Dall'altra parte Gasperini rinuncia in partenza a Rafinha e al tridente: con Mesto e Rossi l'assetto è più simile al 3-5-2. E' un meno armonioso rispetto a quello della scorsa stagione, più fisico e forse con un tasso tecnico più elevato.

Il ritmo è subito alto, le squadre non si rispettano, la partita è frizzante. Gira meglio la Roma, che nel primo tempo si diletta nel tiro al bersaglio. Un'uscita «sospetta» di Eduardo su Borriello e un fuorigioco sbandierato erroneamente a , fanno da marcia di avvicinamento al gol. Che arriva a dieci minuti dall'intervallo, con il rispolverato nelle vesti di assistman e Borriello in estasi sotto i nuovi tifosi. Gasperini si sbraccia, mentre Toni si consuma nello spalla a spalla con i suoi ex compagni. Che non gli risparmiano trattenute ("A Roma è difficile che ti diano un rigore", dirà l'attaccante a caldo, commentando un penalty non sanzionato). I sussulti rossoblù si riducono ad un'incornata fuori misura del bomber di Pavullo e ad un erroraccio di Criscito, che non sfrutta un pasticcio della retroguardia giallorossa.

L'intervallo restituisce un più offensivo, ma il copione si addice meglio alla Roma. Il cronometro gira nove volte e la squadra di Ranieri assesta il secondo colpo. La firma è di Brighi, l'azione è di «spallettiana» memoria: tutta ad un tocco, compreso lo sfondamento centrale di Perrotta. L'onda del raddoppio si infrange su una traversa di Borriello (delizioso l'assist di tacco di ): di lì in poi i giallorossi si contraggono e il secondo tempo si fa di marca genoana. Rudolf, subentrato a Palacio, accorcia le distanze, l'incubo della rimonta attravera la schiena dell'Olimpico. L'ingresso di Castellini e Simplicio fotografa la paura di Ranieri. Degli attacchi di Toni e compagni, però, resta solo la foga. Al triplice fischio di D'Amato la Roma è ancora in piedi. Il sospiro del tecnico di Testaccio non è mai stato così lungo.