IL ROMANISTA (D. GALLI) - «Dobbiamo giocare a un altro livello se tra due settimane vogliamo battere il Genoa. Dobbiamo lavorare di più». John Arne Riise ha una sola medicina per il male oscuro che attanaglia la Roma. Che la stritola nelle sue spire impedendole di tornare a galla. Lavoro, lavoro, lavoro. Che poi è un leitmotiv per il gialloroscio. Uno stile di vita, più che uno slogan. Sul suo profilo Facebook continua ad esserci scritto: «Un giorno senza allenamento è un giorno senza senso». Laltra sera, di ritorno da Napoli, John ha acceso il suo lap top, il computer portatile, e ha cercato di
la Roma. Che la stritola nelle sue spire impedendole di tornare a galla. Lavoro, lavoro, lavoro. Che poi è un leitmotiv per il gialloroscio. Uno stile di vita, più che uno slogan. Sul suo profilo Facebook continua ad esserci scritto: «Un giorno senza allenamento è un giorno senza senso». Laltra sera, di ritorno da Napoli, John ha acceso il suo lap top, il computer portatile, e ha cercato di rincuorare lanimo di tutti. Tifosi, dirigenza. E squadra.
«Dopo due vittorie consecutive - digita il Vichingo - eravamo pronti per continuare questo buon trend (i successi con Inter e Cluj, ndr) anche al San Paolo. Sapevamo che il Napoli era forte in casa e che avremmo dovuto dare il massimo per batterlo. Dopo il primo tempo, sentivo che avevamo la partita sotto controllo e che la potevamo far girare a nostro favore. Quello che abbiamo fatto nel secondo tempo non è stato sufficiente, il Napoli ha fatto un exploit e ha segnato due gol. Nessuno è rimasto soddisfatto alla fine della partita, né i giocatori, né i tifosi».
«Dopo due vittorie consecutive - digita il Vichingo - eravamo pronti per continuare questo buon trend (i successi con Inter e Cluj, ndr) anche al San Paolo. Sapevamo che il Napoli era forte in casa e che avremmo dovuto dare il massimo per batterlo. Dopo il primo tempo, sentivo che avevamo la partita sotto controllo e che la potevamo far girare a nostro favore. Quello che abbiamo fatto nel secondo tempo non è stato sufficiente, il Napoli ha fatto un exploit e ha segnato due gol. Nessuno è rimasto soddisfatto alla fine della partita, né i giocatori, né i tifosi».
Come se ne esce? Facile, spiega John sul suo blog: «Dobbiamo giocare a un altro livello se tra due settimane vogliamo battere il Genoa e prendere i 3 punti. Lanno scorso eravamo nella stessa situazione. Avevamo avuto un bruttissimo avvio di stagione, alquanto fastidioso. Dobbiamo lavorare ancora di più e ritrovare quelle sensazioni e quellimpegno che lanno scorso abbiamo messo quando abbiamo dato una svolta al campionato. Lo stesso impegno mostrato contro lInter dobbiamo averlo in allenamento e in ogni partita se vogliamo tornare in testa alla classifica, dove meritiamo di stare!».
Thunderbolt si fa latore di un messaggio comune. È il cyber-ambasciatore di una Roma che adesso si sente più Calimero che lAraba Fenice rinata la passata stagione dalle ceneri spallettiane. «So che Ranieri e gli altri giocatori la pensano come me. Quindi insieme, probabilmente, riusciremo a farcela. Non ho dubbi che Ranieri avrà labilità, ancora una volta, di portare tutti noi al livello in cui eravamo lanno scorso, quando giravamo al massimo». Riise si rivolge poi direttamente ai tifosi. Per chiedere loro di non arrendersi. Di continuare a credere in questa squadra: «Non disperate, non ancora
», scrive.
Purtroppo o per fortuna, ora cè la sosta. John è stato convocato dal Ct Egil Olsen per la partita di venerdì con Cipro. «Non vedo lora di disputarla - commenta il laterale romanista - ma tutti i tifosi della Roma devono sapere che, quando tornerò, lavorerò al massimo insieme ai miei compagni per tornare a vincere». È una promessa. E Riise è uno abituato a mantenerle, le promesse. Come quando, appena arrivato, giurò di «dare tutto per questa maglia». Sembrava una frase fatta, buttata lì per fare contenti i tifosi. Sembrava, appunto.