Ranieri sfida ancora il fantasma di Lippi

06/10/2010 alle 10:29.

GASPORT (A. CATAPANO) - Ecco, torna buona quella frase che Eduardo De Filippo fa dire al protagonista di una delle sue commedie più celebri: «I fantasmi non esistono, li creiamo noi, siamo noi i fantasmi!». Non è per infierire che si ricorre al teatro napoletano, ma per un’evidente assonanza: l’ultima versione di Claudio Ranieri ci presenta un allenatore confuso e un’anima in pena, che - come il Pasquale Lojacono di Questi fantasmi - sente continuamente fieto di miccio (tradotto: puzza di bruciato) intorno a sè.

, e dopo rese ancor più chiaro il riferimento.
"Del resto, capitò già alla ". Dunque, il fantasma di Lippi.

Che agita le notti di Claudio Ranieri quanto e più il fantasma di . E allora chissà se le ammissioni post - datate di Cobolli Gigli gli renderanno giustizia o alimenteranno i suoi fantasmi. "Ranieri pensava, a ragione, che dietro di lui ci fosse l’ombra di Lippi - racconta a Sky l’ex presidente della  -: l’incontro con Blanc (il famoso pranzo della focaccia, ndr) fu un’imprudenza, un errore di superficialità". Due più due Ecco. Musica per le orecchie di Ranieri, o inquietante analogia. "C’è chi naviga nell’ombra...". Anche oggi, possibile? No, gli assicurano i dirigenti romanisti: siamo tutti con te (dicono). Ma niente, Ranieri su questa storia, come sulla gestione di (che di suo non fa nulla per aiutarlo), si è letteralmente incartato. Fa due più due, l’allenatore: pensa anche al mancato rinnovo del contratto. Gli era stato promesso dalla Sensi, già a marzo, sa che pure UniCredit aveva dato l’ok, ma non se ne è fatto nulla. E ora che le cose vanno male, un rinnovo, che gli restituirebbe un po’ di autorevolezza nello spogliatoio, seppure gli fosse proposto lui non lo accetterebbe più. Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, ma intanto la stagione va e i bubboni sono esplosi tutti: squadra sulle gambe, senza identità, giocatori meno feroci ma molto ciarlieri, una sconfitta dietro l’altra. Oggi Ranieri riunirà la squadra a Trigoria. Cosa le dirà? "Dobbiamo lavorare". Ma ormai è un disco rotto.