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LA REPUBBLICA (M. AZZI) - Somiglia a un passaggio di consegne: due gol di differenza in campo e sei punti in più in classifica, tutto a favore del Napoli. Sui 90´ del San Paolo, decisi dalla classe di Hamsik e dalla affannosa autorete di Juan, pesa come un macigno la sofferta ammissione di Ranieri. «Non siamo più la Roma dell´anno scorso».
Stava per riuscirci Borriello, sostituito nella incredulità generale e personale. «Non discuto le scelte dell´allenatore, però sentivo che avrei fatto gol da un momento all´altro». Diversa l´opinione di Ranieri: «L´ho visto stanco, per questo ho messo al suo posto Vucinic». Stanco era sicuramente Totti, che infatti s´era già avviato verso la sua panchina spontaneamente, come se fosse rassegnato al cambio. Invece il capitano è rimasto in campo fino alla fine, correndo sempre meno.
Ora la sua gestione inizia a preoccupare pure la società. La famiglia Sensi è pronta a intervenire. Le sostituzioni di Totti stanno diventando un problema. Quando esce s´arrabbia: legittimo il dubbio che Ranieri l´abbia lasciato in campo per evitare un altro caso. Ma l´allenatore ci ha messo del suo anche con l´incomprensibile staffetta Menez-Brighi, nell´intervallo. Ci ha guadagnato solo il Napoli, non più costretto a preoccuparsi della posizione defilata del francese, che partiva da lontano. La ripresa è stato un monologo degli azzurri, trascinati dal pubblico del San Paolo e assai più tonici degli avversari. Il gol di Hamsik (26´), al termine di una triangolazione cominciata da Lavezzi e rifinita da Dossena, ha certificato la superiorità della squadra di Mazzarri, diventata sempre più netta con il passare dei minuti. Finale a senso unico con l´autorete di Juan.
Napoli quasi perfetto: difesa attenta, centrocampo più dinamico (Dossena, Maggio e Pazienza hanno stravinto gli scontri diretti) e attacco super grazie a Lavezzi e Hamsik, nella giornata meno brillante di Cavani. Mazzarri si è perso la festa per un leggero malore, nel finale. Agitato anche De Laurentiis: per il pubblico a suo dire non numeroso (eppure erano 44 mila) e soprattutto per il calendario. «Piano a parlare di Champions, finché ci saranno questi finti padroni. Ci hanno costretto a giocare con due giorni di riposo in meno rispetto alla Roma». In campo non si è notato. Pure per demerito dei giallorossi, alla quinta sconfitta stagionale in trasferta. Ieri sono caduti al San Paolo, dove non perdevano da 13 anni. Più di un ko: un passaggio di consegne.