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IL ROMANISTA (V. META) - Dopo una sconfitta il morale è sempre a terra. Lo è ancora di più se la sconfitta arriva nella partita più sentita della stagione. Al triplice fischio che mette fine alle ostilità in un derby che forse solo nei sogni peggiori, squadra e staff giallorossi si affrettano a lasciare il campo, magari con la speranza che la doccia riesca a lavare via anche lamarezza. Nel commentare una giornata sbagliata, Alberto De Rossi non fa drammi: «Io direi che abbiamo fatto benissimo non per venti, ma per settanta minuti. Abbiamo avuto sempre la partita in mano,
La Lazio si è presentata alla stracittadina con due fuoriquota (Kozak e Perpetuini) e due giocatori già nellorbita
della prima squadra (il 91 Cavanda e il 92 Barreto): quanto può aver influito la differenza di età ed esperienza? «Diciamo che noi abbiamo programmi diversi analizza De Rossi -. Diciamo sempre che bisogna far giocare i giovani in prima squadra, a me sembra che noi lavoriamo proprio in questa direzione. Non voglio entrare nel merito dei programmi altrui, dico solo che i nostri 91 sono via da due anni e qualche 92 è andato via a giugno: oggi (ieri, ndr) avremmo potuto giocare con Brosco, Bertolacci, Sini e Pettinari, avremmo persino potuto portare Okaka come fuoriquota. Però io credo che si faccia esperienza anche così Orchi e Barba se la sono vista con Kozak che gioca in serie A e questo non può che farli crescere. Poi i risultati possono anche non venire, ma limportante è sempre accumulare esperienze». Rispetto alla gara di Coppa Italia, la Roma si è presentata
con la trequarti rivoluzionata. «Forse però avrei dovuto cambiare anche qualcun altro dice il tecnico -, perché tanti impegni ravvicinati portano via energie dal punto di vista psico-fisico. Dieme? Deve dare di più come anche
molti altri. E poi dobbiamo migliorare molto sotto porta. Abbiamo retto bene fino al 2-0, poi i ragazzi si sono
un po sfiduciati e hanno mollato. Sotto di due gol si poteva fare ancora qualcosa, per quanto fosse molto difficile».