
IL ROMANISTA (G. DELL'ARTRI) - Cambiare allenatore non serve. Ne è sicuro Sebino Nela, che a vocegiallorossa.it analizza il momentaccio della Roma. «A volte per uscirne - dice - basta un pizzico di fortuna. Quando le cose non vanno è sempre difficile trovare una spiegazione e l´unica cosa che si può fare è lavorare, lavorare duro. Bisogna cercare di cementare il gruppo ancora di più, magari senza un vero e proprio ritiro che tanto serve a poco, magari andando a cena insieme e stando ancora più uniti anche fuori dal campo, perché alla fine anche questo aiuta.
mai pensato che la sostituzione tecnica potesse essere la soluzione giusta: primo perché vorrebbe
dire che la colpa è di uno soltanto e sarebbe falso, secondo perché sono i giocatori a dover fare la differenza e lo sanno, terzo perché non mi sembra che ci siano rotture irrecuperabili nello spogliatoio tali da giustificare il cambio».
Poi cè la vicenda societaria, che potrebbe influre, anche se Nela non è daccordo: «Vorrebbe dire mancanza completa di professionalità da parte dei calciatori e di tutto lo staff tecnico. Bisogna pensare solo a giocare e tutto il resto non conta. Anche io ho vissuto situazioni simili e non ho mai avuto questo tipo di problema». Allora qual è il problema? «Per me è una questione fisica. Lo dico dall´inizio dellanno ed ora vedo che un po tutti se ne sono resi conto. Manca la corsa a questa squadra, tutti vanno più di noi. Forse dipende da una preparazione sbagliata, ma sicuramente qualcosa da migliorare cè». Prospettive? «La strada è ancora lunga,
tempo per recuperare ce nè. Bisogna però affrettarsi perché in Champions già non puoi più sbagliare e in campionato inizia a crearsi spazio rispetto alla vetta, non è sempre facile rimontare. E ora di darsi una svegliata». Anche Salvatore Bagni, ex compagno in Nazionale di Sebino Nela, è daccordo sul fatto che Ranieri non vada sostituito. «No, nel calcio si fa troppo presto ad imputare le colpe ad un allenatore - dice sul mensile Oro&Porpora - lo scorso anno la squadra giocava molto bene e non credo abbia dimenticato come si faccia. Poi, nel calcio siamo tutti legati ai risultati e se le cose non andranno bene, saranno le persone allinterno della società a pensare a di cambiare»