IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) . Non cè nessun caso Vucinic. È questa la notizia più importante che filtra da Trigoria il giorno dopo la trasferta di Parma. E che contribuisce a rasserenare un ambiente che in questo momento ha bisogno soltanto di tranquillità. Una tranquillità, peraltro, che ancora manca nonostante il pareggio a reti inviolate del Tardini. Quello che, invece, non manca, è la voglia di vincere da parte di tutti i giocatori della Roma che, direttamente nello spogliatoio dopo la partita, si sono dati il
Trigoria il giorno dopo la trasferta di Parma. E che contribuisce a rasserenare un ambiente che in questo momento ha bisogno soltanto di tranquillità. Una tranquillità, peraltro, che ancora manca nonostante il pareggio a reti inviolate del Tardini. Quello che, invece, non manca, è la voglia di vincere da parte di tutti i giocatori della Roma che, direttamente nello spogliatoio dopo la partita, si sono dati il "5" e si sono detti a vicenda: «Non fermiamoci più». La situazione, ovviamente, non è tutta rose e fiori e sarebbe strano il
contrario, visto che i risultati tardano ad arrivare e treni da prendere potrebbero non passarne più molti. Però - e questa è la cosa più importante - il gruppo era e resta convinto che sia Ranieri il tecnico giusto per ripartire e nessuno, dopo il confronto della settimana scorsa, ne metterà più in discussione loperato. Tantomeno lo
farà Mirko Vucinic, nonostante il malumore palesato domenica al momento della sostituzione. Cè però
qualcosa che, visto il silenzio stampa, non è stato detto dopo la partita e che cambia chiaramente quello che tutti hanno pensato al momento delle imprecazioni del montenegrino: Mirko non ce laveva con lallenatore, bensì con se stesso «e - fa sapere chi lo conosce bene - con una situazione in generale che non gli andava a genio. Soprattutto dal punto di vista fisico».
Il punto è proprio questo: rientrato a Parma dopo due settimane di stop, nellintervallo Vucinic ha confidato a Ranieri di avvertire un po di stanchezza e qualche fastidio al quadricipite. «Prova a rientrare - è stata la risposta del tecnico - e vedi come va». Non è andata bene e Ranieri ha deciso di toglierlo. Da lì la reazione scomposta del numero 9, figlia di un momento di nervosismo che coinvolge tutti i giocatori, stufi di non riuscire a portare a casa i risultati che tutti, loro per primi, si aspettano. È stufo Totti, che non vede lora di segnare il primo gol stagionale e che, pur non facendo nessun tipo di polemica, avrebbe voluto rimanere in campo nel secondo tempo di Parma; è stufo De Rossi, che non ce la fa più a stare fuori e vuole tornare a dare una mano ai compagni; sono stufi Pizarro e Mexes, tra i migliori in Emilia, che hanno spronato tutta la squadra al Tardini; è stufo, tanto per fare un ulteriore esempio, Nicolas Burdisso, che vuole tornare quello dellanno scorso. Lui, come daltronde tutta la Roma. Detto questo, cè da registrare che la società e lallenatore hanno ribadito a Vucinic che certi atteggiamenti vanno comunque evitati, soprattutto davanti alle telecamere e in un momento delicato come questo. E che i nervosismi vanno tenuti nello spogliatoio, così come è successo a Napoli, quando Menez non ha gradito il fatto di dover marcare Gargano, facendolo presente a Ranieri. Acqua passata, alla luce, come detto, del confronto di una settimana fa.
A Trigoria tutti sono convinti che la storia di questa stagione sia ancora da scrivere e che ci siano le possibilità
per raddrizzare un anno nato male e proseguito, finora, peggio. Tutto sta a convincersene e a «non fermarsi
più». Se lo sono detti i giocatori nello spogliatoio domenica pomeriggio e e questo, in un momento così negativo, non può fare che piacere. Perché la riscossa parte proprio da loro.