La Sensi: «Genova, tristezza del calcio moderno»

15/10/2010 alle 09:48.

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - «Un episodio tristissimo del calcio moderno». Rosella Sensi, presente a Fiumicino alla riunione tra club ed arbitri insieme a Daniele Pradé, interviene sullo scempio di Genova. Non usa molte parole il presidente romanista, ma, meglio di molti altri che lo fanno a sproposito, sintetizza quello che qualunque persona ha provato martedì sera nel vedere certe immagini. Soprattutto in un Paese alle prese con la Tessera del tifoso, che finora ha avuto come unico risultato quello di allontanare la gente dallo stadio. E la cui organizzazione è messa sotto accusa quasi come gli ultrà serbi

E la cui organizzazione è messa sotto accusa quasi come gli ultrà serbi. La federcalcio di Belgrado, che finora aveva praticamente taciuto, ieri ha preso la parola. Ed ha accusato: «L’organizzazione italiana? Semplicemente catastrofica». Lo stesso pensiero, anche se con toni più misurati, era stato espresso da Sepp Blatter, numero uno della Fifa, il capo del calcio mondiale: «In Inghilterra certe cose non sarebbero successe». Non la pensano così il ministro Maroni, che si complimenta con le forze dell’ordine ringraziandole «per aver evitato un nuovo Heysel», e il presidente della Figc Abete che, pur ammettendo «che qualcosa non ha funzionato, in primis in territorio serbo, nei rapporti fra la federazione e gli organi di sicurezza» ha poi attaccato Blatter: «Da lui ci attendevamo prima una riflessione sulla qualità della persona che ha diretto una partita dell’Italia al mondiale 2002 (l’arbitro Byron Moreno, ndr). Sarebbe stato più opportuno, visto che ha determinato un trauma non leggero. L’opinione pubblica e la federazione avrebbero gradito una riflessione sulle qualità morali di quell’arbitro». Non solo. Abete è pronto a dare battaglia in tutte le sedi qualora l’Italia dovesse incorrere in sanzioni: «Aspettiamo la conclusione dell’iter dell’inchiesta, c’è un organo di giustizia che il sito della Uefa definisce indipendente. Se poi non sarà ritenuta idonea la decisione c’è sempre la strada dell’appello. La Figc - ha aggiunto - ritiene di avere svolto il proprio dovere». La Federcalcio, infatti, è convinta che sul fronte italiano si sia agito nel migliore dei modi sotto qualsiasi punto di vista e qualunque sanzione dovesse esserci si farà sentire in tutte le sedi opportune.

 

Infine, a completare il quadro, le parole di Ivan Bogdanov, leader degli ultrà serbi: «Non ho niente contro

l’Italia, io ce l’ho con la mia squadra. Chiedo scusa al vostro Paese. Mai - ha spiegato tramite il suo legale - abbiamo pensato di danneggiare l’Italia». Bogdanov, che oggi sarà interrogato dal gip per la convalida dell’arresto, potrebbe chiedere il patteggiamento della pena a 2 anni e la conseguente espulsione perché extracomunitario. Se il giudice per le indagini preliminari negasse la possibilità di patteggiare, rischia, in virtù della legge Pisanu, da 1 a 4 anni di reclusione, pena che potrebbe essere aumentata per le aggravanti.