L’hanno scovato nel bagagliaio

14/10/2010 alle 10:13.

CORSPORT (A. SANTONI) - Genova martedì pensava di godersi la sua data, 1492, 12 ottobre, giorno colom­biano per eccellenza, da chiu­dere degnamente con la festa azzurra a Marassi.

Come risultava si­nistro leggere nel­la ' gabbia' vuota di Marassi le scrit­te deliranti lascia­te dagli ultras ser­bi: ' Il nuovo ordine mondiale, Karadzic- Mladic', ' Il love fa­scism' e intorno adesivi con l'immagine di Arkan e Milose­vic.

IL BILANCIO - In mattinata, il bi­lancio della di Genova parla di 17 arresti e 16 feriti, 2 carabinieri e 14 serbi, 35 gli hooligan denunciati, 138 quelli identificati. Tra loro c'è anche Ivan Bogdanov, l'uomo nero di martedì notte, che si era nasco­sto nel bagagliaio di uno dei pullman di tifosi serbi. Il '1389', tatuato sul braccio, è stato deci­sivo per l'identificazione. Prima di scovarlo, i poliziotti avevano fatto spogliare, uno per uno, tut­ti i tifosi serbi per trovare l’uo­mo tatuato. Erano quasi le 2 e 30.

L’arresto di Ivan (a cui verrà notificata l’accusa di danneg­giamento e porto d’armi) è sta­to l'ultimo atto, il più atteso, che ha praticamente chiuso la gior­nata della vergogna. Scene du­rissime erano seguite a quanto tutti hanno potuto vedere sgo­menti in tv. Polizia e carabinie­ri in tenuta anti sommossa (rin­forzi da Milano sono giunti nel­la notte) hanno inquadrato il gruppo di ultras serbi, proce­dendo duramente alle perquisi­zioni che erano mancate prima della partita. Un atteggiamento, quello delle nostre forze dell'or­dine, durante il giorno, ieri al centro del dibattito politico. Del resto martedì nel primo pome­riggio era stato il sindaco di Ge­nova, Marta Vincenzi, con una dura telefonata al , Fi­lippo Piritore, a mettere in evi­denza quello che stava accaden­do in à, con due cortei di ser­bi liberi di danneggiare e lorda­re il centro storico.

PANICO - Il peggio però è avvenu­to dentro e fuori il Luigi Ferra­ris. Gli incidenti notturni sono scoppiati quando il gruppo di ultras ha tentato di for­zare il cancello della recinzione dove erano confi­nati in attesa del deflusso. Sono se­guite cariche e an­che lancio di lacri­mogeni. A quel punto i serbi han­no tentato di rien­trare nello stadio, puntando la Tri­buna Stampa (con i cronisti ancora a lavoro). Tensione al massimo anche perché nel piazza­le davanti allo sta­dio si sono radu­nati gli ultras di e Samp, de­cisi a scontrarsi con i serbi. L'inu­suale solidarietà tra i due gruppi è poi proseguita ieri. Obiettivo, la tessera del tifoso, fatta oggetto di una lettera aperta al ministro Maroni. « Da assidui frequenta­tori degli stadi, dove ogni dome­nica si vieta a molti di assistere al calcio in base ad un lavoro di intelligence che vale evidente­mente solo per i tifosi italiani, dove non si lesinano manganel­late anche gratuite, non poteva­mo credere ai nostri occhi. La disfatta di Genova è quella di un modo di intendere la sicurez­za basata sulla repressione » .

Da qui l'annuncio della presen­za sabato sera all'Olimpico per Roma- di tifosi genoani non tesserati.

FINALE - Tornando agli scontri notturni, all'arrivo dei rossoblu­cerchiati sono seguiti lunghi momenti di tensione, alla fine risolta dagli agenti. La loro ope­ra non si è conclusa qui. Dopo essere riusciti a far salire i ser­bi sui pullman, c'è stata una successiva perquisizione, mez­zo dopo mezzo, che ha portato al sequestro di bastoni, spran­ghe, coltelli, petardi e bombe carta e all'arresto di Ivan 1389, giusto il Medio Evo in cui do­vrebbe sprofondare.