IL ROMANISTA (S. ROMITA) - Singolare protesta al Tardini organizzata da entrambe le tifoserie, stanche degli orari sempre diversi, e di questo campionato-spezzatino. Sul fischio dinizio alle 12.30 tutti hanno estratto da cestini, buste di plastica e sporte della nonna il pranzo domenicale e hanno banchettato, si fa per dire, sulle gradinate. Per i romanisti in trasferta il pranzo era costituito più che altro da panini, o preparati a casa o acquistati in autostrada. Ma anche molti fedelissimi gialloblu hanno spacchettato sandwich e pagnottine dalla carta argentata dando vita alla prima protesta
Lo stadio insomma veniva vissuto con ben altra filosofia di sport e di vita anche da parte di chi tirava le fila del business, che cè sempre stato. Cera più rispetto per i tifosi e per le vite delle loro famiglie, forse anche perchè lincasso domenicale costituiva lunica risorsa delle Società. Con larrivo della Tv a pagamento e la necessità di legare lo spettacolo al rientro delle grandi cifre che Sky per prima ha dovuto mettere sul piatto del calcio, tutto è precipitato. E un male certo. Ma è stato anche un bene per tante persone che allo Stadio non volevano o potevano più andare. Ma quello di cui non si parla invero mai è il motivo per cui anni fa era considerato inconcepibile non giocare tutti alla stessa ora: la regolarità del campionato. Giocare a pallone sapendo i risultati degli altri campi è senza dubbio poco corretto. Soprattutto dalla metà del campionato in poi, quando si possono fare bene i conti su di un pareggio o una sconfitta di una diretta avversaria nella lotta per lo scudetto, per
la retrocessione, per un posto in Champions. Così la pensavano i tifosi, ma soprattutto il Palazzo che, come si sa, per interesse cambia idea con facilità.




