
IL ROMANISTA (S. ROMITA) - Dopo Calciopoli la classe arbitrale, che designava chi si faceva chiudere a chiave nei bagni e chiudeva un occhio sulle telefonatine da trattamento di riguardo, aveva chiesto ai tifosi italiani un podi pazienza. Tempo per far crescere una nuova classe arbitrale che era subentrata ai volponi. Bene. Il tempo è passato. Finito. La Roma vorrebbe essere arbitrata correttamente.
E vero che sarebbe la prima volta nella sua storia, ma è ora che accada anche questo. Un arbitraggio adamantino ce lo meritiamo. Ora diciamo basta. Di Andrea Gervasoni, impiegato di Mantova, con sei soli anni di professionismo alle spalle e tanti errori sul groppone da spezzare la schiena, non ne vogliamo più sapere. A lamentarsi di lui sono stati in tanti, a partire dal Milan. Ma vergognosa è stata la sua prestazione allOlimpico. Salvato almeno un paio di volte dal guardialinee, Gervasoni ha fallito ogni decisione, dalla mancata concessione del rigore su Cassetti nel primo tempo, allespulsione di un incolpevole Totti fatto oggetto di falli di gioco e falli a freddo in mezzo al campo. Col pallone lontano. Con lazione in altra parte del prato. Come quella in cui Gervasoni guardava da altra parte pur a un centimetro dalla colpa. Non tutelare Totti è grave. Fargli perdere il derby per colpe non sue lo è di più. Arrivare con latteggiamento di chi vuole rovinarci la rinascita è da vomito. A Mantova cè la fiera del libro. Mandiamo Gervasoni a spolverare gli scaffali e a farsi un minimo di cultura. Qualche volume sul calcio da qualche parte lo dovrebbe pur trovare. O no?