GASPORT (A. DA RONCH) - Se non vedi nemici: inventali. Se tutto sembra troppo semplice e la situazione appare favorevole: crea un ostacolo, quantomeno virtuale. Gian Piero Gasperini in bilico tra gli insegnamenti dellArte della guerra: il suo libro preferito, e gli esempi di vecchi draghi della panchina come Trapattoni o Mourinho, deve aver annusato il pericolo euforia.
A Roma tutti parlano dellassenza di De Rossi e Vucinic, tutti attendono un Genoa versione grande impresa. Lui non ci sta. Sarebbe troppo pericoloso presentarsi allOlimpico convinti di vincere. «Il clima che qualcuno sta creando intorno a noi dice non ci aiuta. Sembra quasi che quello che facciamo non basti mai, che sia sempre poco. Eppure cè la storia del Genoa che dovrebbe far riflettere e questa storia dice che per noi, come per tutti, vincere fuori casa è difficile, non è un caso che da molti anni non vinciamo allOlimpico. In casa abbiamo la spinta del pubblico, ci ritroviamo con più fiducia, fuori le cose si complicano e vi ricordo che la Roma resta una grande squadra. Chi parla di crisi non capisce un tubo: i giallorossi sono a 6 punti dallInter».
Il nemico In effetti può fare impressione: «La differenza a certi livelli la fanno gli attaccanti e la Roma non ne ha tre, ma cinque o sei. Non ci sarà Vucinic, Menez è in dubbio, ma Totti, Adriano, Baptista sono lì, per non parlare di Borriello, che nellultima occasione in cui ci ha incontrati ci ha fatto due gol. Lui con noi ha vissuto la miglior stagione della carriera e gli auguro di ripeterla a Roma, a cominciare dalla prossima di campionato». Anche se pure Gasperson avrà la possibilità di fare scelte importanti: «Finalmente abbiamo recuperato un po di giocatori, soprattutto in avanti, Palladino non ha i 90 minuti, ma cè. Noi giocheremo come sempre: per vincere».