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CORSPORT (R. LORIA) - Thorsten Fink fissa lo sguardo negli occhi dell'interlocu tore e mira al bersaglio grosso: «Siamo qui per vincere». Lo afferma con grande determinazione il tecnico elvetico. Il Basilea arriva a Roma convinto di poter far bene nonostante lo zero che ancora spic ca nella sua classifica di Champions League e nonostante nelle ul time otto partite giocate in campio nato sia riuscito a raccogliere sol tanto due successi.
Le convinzioni svizzere non arrivano tanto dal presente quanto dal recente passato e in particolare dalla scorsa stagione in cui il Basilea inflisse a Ranieri la prima sconfitta della sua gestione. Il ragionamento di Fink è logico e non fa una piega, apparentemente. «Con la Roma abbiamo già vinto lo scorso anno e le squadre non sono cambiate molto rispetto alla scorsa stagione. Abbiamo le qualità per cercare di vincere qui all'Olimpico».
ABBOTTONATO - Eppure quando par la della partita che si aspetta Fink lascia capire chiaramente che il Basilea non farà una partita all'arrembaggio, soprattutto perché, come gli fa notare qualcuno, anche contro il Genoa la Roma ha manifestato un calo fisico nel finale di gara. «Sarebbe bene sfruttare questo aspetto. Di sicuro non faremo una gara molto attiva sin dall'inizio. Magari proprio nel finale riusciremo a strappare qualche punto». Anche perché nel mirino del tecnico svizzero non c'è soltanto il terzo posto che consentirebbe al Basilea di giocarsi almeno l'Europa League. «Il nostro obiettivo è fare pun ti. Noi pensiamo al secondo posto e vogliamo andare avanti in questa Champions League. Il terzo posto è un traguardo minimo».
PERICOLI - Fink sa che per tornare con qualche punto dall'Olimpico l'obiettivo prioritario del Basilea dovrà essere fermare quei due lì davanti. «Borriello è un ottimo attaccante e so che Totti gioca volentieri anche un po' più indietro. Come li fermerò? Preferisco non parlarne oggi». L'argomento Totti è caro anche ai cronisti svizzeri che lo definiscono Re di Roma. Ecco il pensiero di Fink al riguardo. «Le sue qualità le conosciamo bene. E' un giocatore importante che non ha bisogno di presentazioni. Una squadra però non dipende mai da un solo giocatore».