IL ROMANISTA (D. GALLI) - È proprio vero, non cè mai fine allo schifo. Rosella Sensi e la Roma sono stati condannati a pagare novemila euro a testa. Lo ha deciso nella tarda serata di ieri la Commissione Disciplinare della Figc. Il presidente è stato ritenuto colpevole di «avere espresso giudizi lesivi della reputazione dellarbitro Carmine Russo e delle Istituzioni Federali» dopo Brescia-Roma dello scorso 22 settembre.
La Roma ha adottato ieri la stessa strategia difensiva. La Sensi ha spiegato alla Disciplinare di avere sì vibratamente protestato. Ma senza volere offendere. Il presidente ha raccontato ai giudici di essersi lamentata per mettere in evidenza lincapacità di Russo. Incapacità, peraltro, riconosciuta da Nicchi attraverso dichiarazioni rese pubblicamente e depositate dallavvocato Conte. Nel corso dellaudizione, la Sensi ha ribadito di essere sempre stata rispettosa delle istituzioni federali. Vero. Per il presidente si trattava del primo deferimento da quando è dirigente sportivo. Un aspetto, questo, che secondo la Roma avrebbe dovuto
far riflettere la Disciplinare. Se Rosella Sensi ha detto basta, lo ha fatto per tutelare la Roma, i romanisti, ma pure limmagine del calcio italiano. Deturpato dagli scempi di un arbitraggio indecente.