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IL MESSAGGERO (U. TRANI) - La sosta del campionato non aiuta. Domani alla ripresa degli allenamenti, mancheranno otto nazionali e quindi far quadrato e affrontare di petto la situazione sarà impossibile. Ranieri, comunque, si dedicherà a quelli che saranno con lui sul campo per una settimana, in attesa degli altri. A qualcuno, i pochi tornati a Trigoria domenica sera dalla stazione Termini, ha anticipato i concetti di chi si appresta a ricominciare da zero: «Restiamo compatti, utilizziamo questi giorni per ricaricarci e per lavorare».
Rosella Sensi, per quanto delusa dal rendimento disastroso della squadra, non scarica lallenatore. Gli parlerà a quattrocchi, forse già domani. Vuole capire come mai la Roma, seconda nel torneo scorso e rafforzata in tutti i reparti, è in crisi di risultati. Irriconoscibile e senza più unidentità. Ma crede ancora nel tecnico della fantastica rimonta. La presidentessa ha chiesto ai dirigenti di sostenerlo, convinta che sarà di nuovo lui a portare fuori la squadra dalla crisi. La stessa cosa ripeterà a Totti, in questo caso simbolo del momento no.
Ma non è la società a dover spingere la Roma verso lalto della classifica, per non rischiare di vivere una stagione angosciante e pericolosa. Tocca solo a Ranieri e ai giocatori. Con un dialogo costante, in questi giorni, nonostante le assenze. Per un confronto che sia soprattutto tattico. La squadra oggi non ha unidentità, cambiano i moduli e non i risultati. Allora, rimettendosi insieme davanti alla lavagna, bisogna ripartire dalla lezione più semplice.
Il dibattito interno è lunica via duscita. Ranieri e i calciatori si devono chiarire. La disponibilità dei singoli è fondamentale. Scegliere il 4-2-3-1 significa una cosa, ad esempio: in campo, in partenza, andrà solo uno tra Totti e Borriello. Perché il primo ormai è abituato a fare il centravanti che è il ruolo dellultimo arrivato. Uno titolare, laltro in panchina. Turn over mirato per il ruolo più delicato, perché coinvolge il capitano. Quando arrivò Borriello, gran colpo di fine mercato, lallenatore disse che la Roma i gol li ha sempre fatti. Da quella dichiarazione si capì che il compito per lui, conoscendo le caratteristiche di Totti, diventava più complicato.
Ma anche negli altri ruoli ci deve essere chiarezza. Se il modulo è uno, ogni giocatore deve avere una posizione precisa. I terzini fanno i terzini, i centrali difensivi stanno in mezzo, Pizarro ha come vice Simplicio, De Rossi ha lalternativa in Brighi, Vucinic è lesterno sinistro dattacco, Taddei lala tattica. Un paio di jolly sono lì, sempre pronti ad adattarsi: Perrotta e Menez, trequartisti o uomini di fascia. Non è un caso che loro, per quanto sballottati in diverse zone del campo, siano tra i migliori giallorossi in questo inizio di stagione. Se non è abbastanza esplicito e definitivo il tecnico, si facciano avanti i giocatori: accettando le scelte e di conseguenza la rotazione. Ultimamente troppe lamentele: Totti, Adriano, Riise e Borriello. Ranieri è da aiutare, non da confondere: su questo dovrebbero essere daccordo tutti. Anche lui. plice. Dal sistema di gioco che il gruppo conosce meglio, il 4-2-3-1. Il ritorno di Perrotta e Taddei, interpreti della formula fortunata delléra Spalletti, possono contribuire a far riacquistare in poco tempo le certezze perdute nelle prime nove gare ufficiali.
Un assetto conosciuto e basta. Ranieri lo disse pochi giorni: con il 4-2-3-1 questi giocatori si ritrovano a memoria. Ma sottolinenando che, senza alcuni interpreti, non è attuabile.