Con Totti la Roma prende l’ultimo treno

17/10/2010 alle 11:28.

CORSERA (L. VALDISERRI) - Era una specie di ultimo treno e, anche se tra mille sofferenze nel finale, la Roma lo ha preso. Il 2-1 al Genoa, pallida controfigura di quella che un tempo era una scintillante macchina da gioco, guarisce almeno la classifica, in attesa di un vero miglioramento anche delle condizioni della squadra. Ma i tre punti sono fondamentali e, forse, non si poteva chiedere molto di più a un gruppo privo di Vucinic, De Rossi e Menez, con Pizarro e Perrotta in campo in condizioni precarie e con la scimmia sulla spalla di troppi gol subiti: anche ieri la difesa giallorossa ne ha imbarcato uno, arrivando a quota 12 in campionato.

Le note più liete sono al miglior livello stagionale — bravo per 90’ e determinante nel finale, quando ha tenuto palla e ossigenato una squadra che pareva morta — e Borriello letale terminale dell’attacco, con un gol, un palo e una traversa. I punti interrogativi, però, restano: la squadra cala a picco dopo un’ora di gioco, mettendo in discussione risultati che sembrano già acquisiti; Riise pare in netto ritardo di condizione, quasi fosse ancora frenato dal trauma cranico subìto in nazionale; la panchina è utilizzata poco e Ranieri preferisce (e in parte è costretto) a mandare in campo giocatori anche in condizioni fisiche imperfette. Pizarro è uscito con i crampi — e in altre circostanze non avrebbe dovuto giocare — e la Roma ha subito il gol del 2-1 proprio mentre il cileno era fuori dal campo e dalla panchina non era arrivata una sostituzione tempestiva.

È così che neppure un vantaggio di due gol — rapinoso tocco sottoporta di Borriello, in secco anticipo sull’inguardabile Chico, e pallonetto beffardo e chissà quanto voluto di Brighi, in caduta — ha rassicurato i giocatori in campo e i tifosi sugli spalti. Il , impresentabile nel primo tempo, ha preso campo e approfittato dei cambi di Gasperini: Rudolf, Sculli e Rafinha sono sembrati molto più in palla dei tre titolari sostituiti. Avessero giocato loro fin dal primo minuto, chissà...


Alla fine di una gara di livello tecnico mediocre, la Roma raggiunge così il a quota 8 in classifica. La grande malata è un po’ meno malata, mentre la squadra che, insieme al Milan, era stata eletta come protagonista del mercato resta un grande punto interrogativo e, probabilmente, un’incompiuta.

Poco convincente la direzione arbitrale di Damato. Fra gli altri errori, ha fermato per fuorigioco , lanciato a rete da solo, quando era invece in posizione regolare (errore soprattutto dell’assistente Ghiandai), ha invertito parecchi falli, ha sorvolato su un contatto molto dubbio tra Burdisso e Toni in piena area («Ma è difficile che a Roma ti fischino il rigore...», ha commentato l’ex centravanti giallorosso) e nel finale ha permesso a una Roma spaventata di perdere tempo a suo piacimento.

Prima della partita fuori dallo stadio Olimpico sono stati fermati tre ultrà della Lazio armati di machete, coltelli, bastoni e mazze di ferro, mentre durante il match alcuni tifosi della Roma hanno intonato cori a favore di Ivan Bogdanov, il capo ultrà serbo protagonista degli incidenti di Marassi.