IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Tre uomini e un derby, da anticipare in Nazionale. Dandosi una mano, però. Per ritrovarsi insieme non solo a Belfast, ma anche in un futuro azzurro. Lo sa bene Stefano Mauri, a tre anni dallultima delle sue sei gare: ci riprova con lintenzione di non fallire e dare un senso alla sua carriera. Battezzato da Prandelli «il centrocampista più in forma del campionato» è la novità dellItalia per la delicata sfida in Irlanda del Nord, dove
«Adesso voglio restare in azzurro», è il prossimo step di Mauri. Stavolta limpegno è differente da quellamichevole contro il Sudafrica a Siena, con Donadoni in panchina, il 17 ottobre 2007: a Belfast è la sua prima da titolare in una partita ufficiale. «Ma sono diverso anchio. Più maturo e più pronto: ho trovato continuità e acquisito convinzione. Ero sicuro che prima o poi sarei tornato». Gioca nel suo ruolo e questo può essere un bel vantaggio. «Io, però, so adattarmi. Quello che mi chiede il cittì faccio. Mi sento giocatore offensivo, davanti ho fatto anche il trequartista e lesterno dattacco». Stefano, ignorato da Lippi nel suo secondo biennio, prende il numero che ai mondiali è stato proprio di De Rossi, oggi con il 5 sulle spalle che «mi fa pensare a Falcao» e per un romanista non cè altro da aggiungere. Se Pirlo soffrirà il pressing avversario, toccherà a Daniele prendersi il centro, posizione tanto cara proprio al Divino.
«Spero di segnare finalmente in Nazionale» sorride Borriello che va di corsa anche quando potrebbe camminare. «Non mi punzecchiate, però, sulla storia della stanchezza», dice riferendosi al botta-risposta con Ranieri dopo la sconfitta di Napoli. Marco, già 3 reti in questa stagione (2 in campionato, 1 in Champions), è a digiuno in azzurro, nelle sue cinque presenze. Lultima (e unica) da titolare, in amichevole, il 3 marzo scorso a Montecarlo contro il Camerun, ma Lippi poi lo escluse dal mondiale sudafricano. Insomma, è prima vera pure per lui.