IL ROMANISTA (C. FOTIA) - La Roma è in crisi. E´ inutile girare intorno al problema, lo dicono la classifica e lo score dei risultati. Dico subito che non mi iscrivo al partito dei menagrami: la penso esattamente come Marco Borriello e vorrei che tutti i calciatori della Roma avessero il suo spirito guerriero. La Roma ha una rosa assolutamente competitiva e può riprendersi il posto che le spetta in classifica (sorvolo sulla rapina a mano
Occorre dunque trovare la chiave per risolvere quello che sembra un vero e proprio enigma: la squadra è potenzialmente più forte dello scorso anno, ma non riesce a esprimersi ai livelli cui ci aveva abituato. La prima cosa da fare è un´analisi impietosa delle ragioni della crisi. Anche in questo caso, a scanso di equivoci, dico subito che secondo me comunque occorre ripartire da due punti fermi: il Mister e il Capitano. Loro non sono problemi per la Roma, semmai le risorse da cui ripartire.
Il Capitano ha posto un problema: il gioco della Roma è troppo difensivo. Il Mister, evidentemente, pensa che questa Roma non ha la compattezza necessaria per fare il gioco spregiudicato dello scorso campionato. Dove sta la verità? Qui non si tratta di fatti personali, bensì di un chiarimento necessario per poter ricominciare a sognare. La responsabilità primaria, com´è ovvio, è dell´allenatore. E´ lui, ma non solo lui, che deve rispondere alle domande che tutti ci poniamo. La risposta del Mister sembra essere questa: l´infortunio di Taddei e il mancato arrivo di Behrami gli hanno fatto mancare quegli esterni alti che sono essenziali al gioco così esaltante della scorsa stagione, mentre (nella partita contro il Napoli) la squalifica di Perrotta ha tolto un´altra pedina chiave di quel modulo. Quindi, sostiene Ranieri, il cambiamento continuo nasce da questo deficit, che presto dovrebbe essere colmato dal rientro di Taddei e Perrotta.
Nel frattempo, il Mister prova a "trovare la quadra". Che non l´abbia ancora trovata e che abbia commesso alcuni errori è evidente, ma non per questo si scoraggia: non a caso lo chiamano Claudio Martello. Quanto al capitano, chi lo mette in discussione lo fa solo perché in malafede. Punto e basta, non vale neppure spiegare perché. Tuttavia, queste spiegazioni non dicono tutto, c´è qualcosa di torbido: dietro le quinte c´è chi lavora per approfittare del momento difficile per prendersi la Roma a prezzi di saldo. E ciò crea incertezza e un clima psicologico che pesa certamente sul rendimento di una squadra che ha sempre giocato oltre che con i piedi, con la testa e con il cuore. Dunque, occorre una scossa.
Si deve ricominciare da chi ci crede davvero. Ovvero da uno spogliatoio fatto di campioni uniti attorno al giocatore simbolo della Roma, cioè Francesco Totti, e da un allenatore che la scorsa estate ha rifiutato offerte miliardarie dall´estero perché è venuto a Roma per vincere e non se andrà finché non l´avrà fatto. Il contratto è pronto, l´ok di Unicredit c´è, e la famiglia Sensi (l´ha detto ieri la signora Maria) ha piena fiducia in lui. Il periodo della sosta è quello giusto per la firma, prima della ripresa del campionato. Ora tocca a Rosella Sensi sparigliare il gioco e spazzare via i corvi e gli avvoltoi. Scommettiamo che lo farà.