![](/IMG/AS ROMA/VUCINIC/10 11/BIG-vucinic conf stampa maglia bianca LR24 19_7_10.jpg)
IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - CINQUE giorni fa si è aperto il mese più importante per Mirko Vucinic. Tra meno di trenta giorni, il primo ottobre, festeggerà 27 anni e il regalo più atteso potrebbe farglielo la sua compagna, Stefania, che proprio in quei giorni partorirà (salvo sorprese) il loro primogenito, Alexander. Mirko vuole arrivare allappuntamento più bello della sua vita al massimo della condizione e sa che per godersi a pieno ogni attimo ha anche bisogno di ritrovare la tranquillità in campo. Il gol di venerdì sera, messo a segno con la sua Nazionale contro il Galles, è sicuramente uniniezione di fiducia: «Sono felice - ha confidato al fischio finale - perché per noi era molto importante vincere. Il gol? Ovviamente sono
Parole importanti, quelle di Vucinic, che sicuramente faranno piacere anche a Claudio Ranieri. Lallenatore
fin dal primo giorno che ha messo piede a Trigoria ha dimostrato di puntare tantissimo su di lui, che la scorsa stagione ha ripagato ampiamente la fiducia, con gol decisivi e giocate di altissimo livello, necessarie per spingere la Roma a giocarsi lo scudetto allultima giornata. Questanno la ripresa è cominciata nel peggiore dei modi, con la disastrosa gara del Meazza in Supercoppa e laltrettanto negativa partita allOlimpico
contro il Cesena. Con larrivo di Borriello, poi, la concorrenza in attacco è aumentata e questo potrebbe
essere un ulteriore stimolo per il capitano del Montenegro.
Le indicazioni arrivate da Podgorica, come detto, sono positive, a cominciare dal gol decisivo messo realizzato
in stile Vucinic: fuga di potenza sulla sinistra lasciando tre uomini sul posto, ingresso in aria e bolide sul primo palo. Una rete che «ci voleva» tanto che lesultanza è stata di quelle da grandi occasioni, con un malcapitato steward travolto nella gioia. Martedì Mirko tornerà in campo contro la Bulgaria, poi volerà direttamente a Roma per mettersi a disposizione di Ranieri in vista della trasferta di Cagliari.
A gennaio, sotto al diluvio del SantElia, ci fu una scena bellissima: era il giorno della Befana, in tribuna un
bambino col papà, sciarpa della Roma e cappellino in testa, lo chiamò per tutta la partita, ma Vucinic era troppo impegnato a giocare. Al novantesimo, nonostante lamarezza per il pareggio in extremis, Mirko stava scendendo le scalette per gli spogliatoi quando si è ricordato, allimprovviso, del bambino che laveva chiamato. Tornò indietro e gli mandò un bacio. Lo stesso bacio che si appresta, tra poche settimane, a dare al suo piccolo Alexander. Le dediche dopo i gol sono già pronte: adesso che si è «sbloccato» Mirko non vuole più fermarsi.