Tra ombre e sospetti. A Morganti la sfida dei veleni

25/09/2010 alle 12:04.

LA STAMPA (G. BUCCHERI) - Il pallone. Lo mostra Rafa Benitez ai cronisti, lo invoca Claudio Ranieri per allontanare le trappole. Roma contro Inter, si riparte. In gioco non c'è lo scudetto perché questa sera il calendario racconterà solo gli anticipi della quinta giornata e perché fra le duellanti di sempre ci sono ben otto lunghezze di distacco (nerazzurri 10, giallorossi appena 2 punti). Ma, le luci dell'Olimpico, si accenderanno sull'incrocio dei veleni, mai come stavolta così allungati e confusi.

La Roma è furiosa, diversi sono gli obiettivi. Se la presidentessa Rosella Sensi alza il tiro contro gli arbitri, la notte di Brescia e del malcapitato fischietto Russo ha avuto l'effetto di strattonare Ranieri fino al punto di fargli perdere la bussola. «Ho fiducia nel calcio pulito, dove ci si può sbagliare. Hanno sbagliato, lo hanno ammesso, andiamo avanti...», racconta il tecnico testaccino non appena gli fanno il nome di Morganti come direttore di gara per il galà di questa sera. Morganti c'era anche nell'ultimo Roma-Inter, vinsero i romanisti per 2 a 1, l'arbitro di Ascoli benedisse il verdetto più di ogni altro perché, convalidando la rete in fuorigioco dell'Inter, sarebbe finito dritto nel tritacarne romano se Toni non avesse chiuso la contesa con la zampata finale. Ranieri dice di aver fiducia nel calcio pulito, ma, allo stesso tempo, ammette come tutto ciò che si muove dietro le quinte del pallone gli faccia «schifo» perché nascosto da un cono d'ombra. «Se sono amareggiato? Con l'amarezza ho imparato a convivere. Non lo accetto, lo schifo, ma ci convivo. Lippi dice che ognuno può pensare ciò che vuole? Ci sarà il tempo per parlarne», precisa un allenatore convinto che l'ex ct azzurro trami alle sua spalle per sbarcare un giorno sulla panchina di Trigoria.

Il pallone, invoca Ranieri («Ai ragazzi ho detto di trasformare rabbia e determinazione sul campo, ma solo pensando a giocare a calcio e accettando le decisioni dell'arbitro», così il romanista). E, al pallone, vuole pensare Benitez. «Se temo un clima surriscaldato dopo le ingiustizie subite dalla Roma a Brescia? Penso - precisa lo spagnolo - che questa sfida possa essere un'opportunità per la classe arbitrale di dimostrare il proprio valore. Noi abbiamo fiducia in loro, per l'Inter conterà soltanto il campo». Un valore che, per il club di Massimo Moratti, non avrebbe invece chi le decisioni arbitrali deve tradurre in sanzioni disciplinari. Freschissimo è, infatti, il ricordo della posizione presa dall'Inter sul caso-Burdisso con una nota sul sito ufficiale della società per ricordare a tutti che il difensore argentino avrebbe dovuto saltare tre partite e non due (quindi anche quella di stasera) per il brutto fallo sul ginocchio del cagliaritano Daniele Conti.

La Roma si sente più forte nella tempesta. «Posso dire di aver ritrovato la mia squadra. I fattori esterni negativi ci hanno unito ancor di più...», spiega Ranieri. L'Inter forte dovrebbe esserlo vista la classifica, ma dal presidente Moratti arrivano segnali di nervosismo (al patron nerazzurro non è andata giù la visita dei vertici della ad Abete in Figc). Benitez si coccola il momento d'oro di Eto'o e il risveglio di Milito, ma è alle prese con una difesa senza alternative vista l'indisponibilità di Javier Zanetti e Samuel. Ranieri perde il suo numero uno (Julio Sergio tornerà fra un mese), ma riabbraccia i romani e e, forse, Riise. Roma contro Inter, si riparte. Da Morganti, dalle ombre di Ranieri e dalle certezze di Benitez. I nerazzurri sbarcano nella Capitale ancora da primi della classe. I giallorossi li aspettano per «cominciare finalmente la nostra stagione», così Ranieri.