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REPUBBLICA.IT (M. PINCI) - Non basta la vittoria scaccia crisi contro l'avversario più temuto e più temibile, arrivata nel modo più inatteso, per non sentire il fastidio di una spina nel fianco. Totti, sostituito dopo 31 minuti della ripresa con il match winner Vucinic, ha lasciato il campo scuro in volto. Nessuna stretta di mano al compagno pronto a entrare, via direttamente negli spogliatoi senza neanche fermarsi in panchina - come prescrive il codice interno - e senza salutare Ranieri. Poi, al fischio finale, fuga in auto verso casa, unico assente nella festa di giocatori e tifosi sotto la Curva Sud.
CONFRONTO - Questa in sintesi la serata di Totti. Che oggi, a poche ore dal "fattaccio", si è fermato a parlare con Ranieri dell'episodio: confronto di pochi minuti prima dell'allenamento, con il numero dieci che ha tenuto personalmente a ridimensionare l'accaduto, assicurando che il motivo del malumore era soprattutto il dispiacere per l'andamento della gara e per la propria prestazione. Poi, però, il numero dieci ha chiesto anche al tecnico se la sostituzione avesse una motivazione fisica. Totti è convinto di riuscire a gestirsi nei novanta minuti e non vuole che il cambio diventi un'abitudine ricorrente, magari giustificata da una tenuta atletica non ottimale. Ranieri ha risposto dicendo di aver scelto Vucinic perché la squadra aveva bisogno di brillantezza e di un giocatore più rapido per scardinare la difesa dell'Inter. Alla discussione hanno preso parte anche i dirigenti. Alla fine, la decisione da parte del club di non multare il capitano, nonostante la "violazione" al codice di comportamento. Caso rientrato? Forse.
INIZIO DELLA CRISI - La sostituzione di ieri ha però aperto l'ennesima crepa nel rapporto tra il tecnico e il "suo" capitano. Da Monaco e Roma, dieci giorni esatti per consumare un rapporto che già nelle ultime uscite dello scorso anno aveva iniziato a scricchiolare. A cominciare dalla sostituzione del numero dieci (e di De Rossi) nell'intervallo del derby di ritorno della scorsa stagione. Senza i due romani, la squadra vola e vince in rimonta - con due gol di Vucinic - mantenendo il primo posto in campionato. Festa per tutti, non per Totti, che prende anche peggio l'esclusione dalla finale di Coppa Italia, proprio contro l'Inter, a Roma. Entrerà in campo all'inizio del secondo tempo, per poi uscire nuovamente, espulso, a due minuti dal novantesimo, dopo l'ormai storico calcione a Balotelli. "Ero troppo nervoso, anche per la panchina", una delle motivazioni del giorno dopo: fin troppo chiaro il destinatario del messaggio.
IL "CASO" - Dopo una lunga estate, arrivano Monaco e il Bayern. Forse il punto più basso nel rapporto Totti-Ranieri: "Abbiamo rispolverato il vecchio catenaccio", la durissima sintesi del numero dieci, dopo la sconfitta tedesca. Poi la retromarcia: "Con il tecnico abbiamo un rapporto vero, leale". Ma restano le cicatrici, che la sostituzione di ieri ha infiammato nuovamente. Con l'Inter, terzo "cambio" per Totti in sei gare stagionali. Mai una media così alta in carriera. Due anni fa, lo stesso trattamento Ranieri lo aveva riservato ad un altro uomo-simbolo come Del Piero. Sentirsi in bilico e costretto a dimostrare di essere indispensabile non piaceva ad Alex e non piace a Francesco. Che non manca di darlo a vedere. Nei contrasti con il numero dieci bianconero è naufragato il rapporto tra Ranieri e la Juventus. Come finirà a Roma?