CORSERA - Il primo è stato sfortunato, il secondo stregato. Il terzo, ieri sera, da incubo. Non è decisamente sabato il giorno fortunato della nuova Roma, umiliata dal Cagliari e ancora a digiuno di vittorie nelle tre gare ufficiali fin qui disputate (Supercoppa italiana contro l'Inter compresa) chiuse con due sconfitte e un pari. Al di là dell'annotazione statistica, i primi 180 minuti di campionato, quelli che avrebbero dovuto dare il via al famoso «filotto»
Non è decisamente sabato il giorno fortunato della nuova Roma, umiliata dal Cagliari e ancora a digiuno di vittorie nelle tre gare ufficiali fin qui disputate (Supercoppa italiana contro l'Inter compresa) chiuse con due sconfitte e un pari. Al di là dell'annotazione statistica, i primi 180 minuti di campionato, quelli che avrebbero dovuto dare il via al famoso «filotto» ipotizzato dopo il sorteggio dei calendari relegano De Rossi e compagni nei bassifondi di una classifica non ancora attendibile ma già allarmante. È una stagione che, tra risultati deludenti, tensioni e infortuni di varia natura, non poteva iniziar peggio.
La maledizione del «Sant'Elia» continua, dunque, e l'attenuante di aver giocato due terzi di gara in inferiorità numerica ha influito ma non giustifica. Prima del match Claudio Ranieri aveva parlato di una Roma non da scudetto e i suoi hanno fatto di tutto per dargli ragione. «Troppi quattro gol presi su palle inattive: non siamo stati concentrati e meritavamo di perdere - dice il tecnico - Incassare tante reti fa male ma, se proprio doveva accadere, meglio subito. Spero sia un grande scossa perché dovremo reagire immediatamente: dobbiamo guardarci negli occhi e tirar fuori tutto ciò che non va. Non mi sembra, però, che le altre big stiano meglio: la Roma ha un punto in più rispetto allo scorso anno, anche se è una magra consolazione». Inaccettabile che i giallorossi siano arrivati fisicamente impreparati al via della stagione. Altrimenti, se non è questa la motivazione del tracollo, significa che qualcosa nel meccanismo si è rotto.
L'allenatore difende la sua preparazione atletica e trova un'altra causa: «I campi di Trigoria non ci danno una mano, ma la squadra ha corso 90 minuti». Lascia almeno perplessi la sostituzione di Totti, avvicendato da Guillermo Burdisso dopo l'espulsione di suo fratello Nicolas che prima ha attentato il ginocchio di Andrea Conti (ancora a segno, quarta rete alla Roma) propiziando il rigore del 2-1. «Sono il primo responsabile della sconfitta, chiedo scusa». Da quel momento la serata romanista è diventata una catastrofe. Ranieri prova a motivare la sua scelta: «Avevo già una difesa più che rimaneggiata, con Nico Burdisso in difficoltà per i pochi allenamenti. A quel punto ho pensato alla Champions League: se avessi tolto un mediano, avremmo perso equilibrio e sarebbe andata peggio. Il resto lo ha fatto Agazzi con le sue parate».
Il capitano non si lagna del cambio e prova a voltar pagina: «La batosta pesa: ora però pensiamo al Bayern. Non sono preoccupato ma teniamo i fari accesi». Inutile recriminare, dicono in coro nello spogliatoio giallorosso, e forse è meglio tornare subito in campo. Forse. Perché mercoledì è in programma la prima sfida europea a Monaco in casa dei vice campioni d'Europa e la difesa è già in emergenza: il recupero di Mexes è appeso a un filo e il ruolo terzino sinistro resta vacante (toccherà ancora a Cassetti?) con Riise k.o. e Castellini frenato da un risentimento muscolare.