Totti: «Con Ranieri rapporto stretto Il nostro un Dna da romani e romanisti»

18/09/2010 alle 09:40.

IL ROMANISTA (D. GALLI) - Totti e Ranieri sono figli di un identico sentimento. Sono figli di Roma. Frequentano la stessa aria, le stesse trattorie, le stesse strade, gli stessi colori, la stessa curva e identica è la lingua che parlano. Quella del calcio. Sono romani, e questo vuol dire - sottolineatura per i non romani - che quando si mandano a quel paese non si mandano a quel paese per davvero. Dal Verbo secondo Totti (frasi apparse sul suo s

mandano a quel paese non si mandano a quel paese per davvero. Dal Verbo secondo (frasi apparse
sul suo sito: e questo dimostra come non ci sia silenzio stampa, ma solo un consiglio della società
a non alzare i toni): «Con Ranieri si va anche al di là di un semplice confrontarsi, è un rapporto
decisamente stretto e vero quello che si è creato: il nostro è un Dna di romani e romanisti, un filo conduttore
che lega chi parla la stessa lingua, si capisce al volo e non ha bisogno di troppi preamboli».
Accade tutto in pochi secondi. L’obbrobrio di Monaco non si cancella al triplice fischio dell’antipatico
Lannoy, i pensieri del vagano altrove, la mente ha bisogno di urlare la rabbia, anzi: l’incazzatura, di chi - vabbè - è certamente Storia e Bandiera. Ma è pure un essere umano romano e romanista. Ecco perché succede quello che racconta  sul proprio blog. «Questo messaggio è indirizzato a tutti i tifosi della Roma, quelli veri che come me e il Mister amano la maglia giallorossa incondizionatamente. Negli ultimi giorni si è parlato molto e scritto di tutto. A questo punto, per evitare ulteriori interpretazioni devianti rispetto a quella che è la realtà, credo sia doverosa una precisazione relativamente a tutto ciò che è stato scritto, titolando o meno i giornali: ero con alcuni tifosi per delle foto lontano dalla zona riservata alla stampa e in quel momento ho semplicemente risposto ad un’affermazione sull’incontro in modo tipicamente romano, che come i romani sanno è espressivo e colorito».
 
Francesco tifa per la Roma. Questo piccolissimo dettaglio spesso tende a sfuggire. deve ricordarlo:
«Inoltre, chi mi conosce sa bene che quando perdo le partite sono il primo ad essere dispiaciuto,
prima come tifoso e poi calciatore. Vorrei vedere la mia squadra giocare sempre a viso aperto contro tutti per onorare il nome e la grandezza di questa à che rappresentiamo. Il dialogo di un calciatore con il proprio allenatore - prosegue  - è quotidianità e ancor più se sei il capitano della squadra: questo sempre, indipendentemente dagli andamenti e dai risultati. È una comunicazione giornaliera e costante. Ma con Ranieri si va anche al di là di un semplice confrontarsi, è un rapporto decisamente stretto e vero quello che
si è creato: il nostro è un Dna di romani e romanisti, un filo conduttore che lega chi parla la stessa
lingua, si capisce al volo e non ha bisogno di troppi preamboli».
 
Poi Francesco passa dal singolare al plurale. Maiestatis? No, romanistatis. «Teniamo a questi colori, a questa maglia, ai nostri tifosi: siamo noi i primi sostenitori e come tali ci comportiamo». Teniamo, siamo, ci comportiamo. Plurale: lui e Ranieri. Romani e romanisti, ricordate? Ed è un bene che e Ranieri si parlino, si confrontino e magari si incazzino. Mesi fa, in conferenza stampa, Ranieri disse che spesso anche dagli articoli dei giornali potevano venire degli spunti. Per far crescere la Roma. Se posso venire dalla stampa, figuratevi da (oh, !). Ieri, la Roma ha lavorato e scherzato. Tutta. Conti ha tentato di parare una bordata di Adriano, Ranieri ha appoggiato un cinesino sulla testa di Menez,  sorrideva, Perrotta ha festeggiato le sue prime 33 primavere. Un clima ideale per ricominciare. Un’atmosfera rilassata che potrebbe essere ulteriormente migliorata dai rinnovi contrattuali. A partire da quello di Ranieri, per il quale - come ha detto la presidente - «basterà una stretta di mano», a quello Mexes. Passando per quello di .