IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Claudio Ranieri, per forza limputato numero uno del momento no della Roma, non si piega e resta al centro del ring. Anche per non dare unimpressione sbagliata. Vuole far capire, a chi lo osserva, di essere ancora sicuro del fatto suo. Di essere
«Se avessimo pareggiato, per tutti sarebbe stato un capolavoro». Ranieri non arretra come la Roma di Monaco. Scarica sul gruppo, timido e disunito (parole sue), ogni responsabilità dellatteggiamento in campo. Lallenatore, però, non è sereno. In quel suo sorriso, tiratissimo, cè traccia di nervosismo: «Di momenti del genere in carriera ne ho già vissuti. E il bello del calcio è che si ricomincia subito, tra tre giorni rigiochiamo».
A Trigoria, nel lungo pomeriggio al ritorno dalla Germania, Ranieri affronta la questione più delicata: un faccia a faccia con Totti, per ricucire subito lo strappo della notte bavarese. Certificato dalle parole feroci del capitano nel garage dellAllianz Arena dopo unaltra sostituzione indigesta, un labiale che scotta, colto dalla telecamera, con un insulto che può avere solo un destinatario. In dieci minuti, i due si sono confrontati. Con schiettezza.
Francesco, pur sminuendo la portata del suo intervento critico sulla tattica rinunciataria e datata, è stato chiaro: «Abbiamo la qualità e gli elementi per giocare un calcio più offensivo». Lallenatore, senza mettersi di traverso, gli ha spiegato che «si potrà fare ma quando staremo meglio». Una mezza promessa cè, anche se le posizioni restano le stesse dellaltra sera.
Prima di rientrare a Roma, il colloquio di Ranieri con Burdisso, eletto prima ancora di riaverlo in giallorosso, suo leader indiscusso e suo interlocutore privilegiato. E il momento di confessare, e a quattrocchi, i titolari. I senatori, sempre dalla sua parte. Ieri pomeriggio lallenatore si è dedicato a Juan e a Perrotta (questultimo a Monaco si è intrattenuto con Damiano). Con la squadra, invece, parlerà oggi o al massimo domani.
Lo ha fatto, intanto, con Rosella Sensi, sul charter che allora di pranzo ha riportato la Roma in Italia. Nessun accenno al prolungamento del contratto comunque pronto, ma alla gestione di questo periodo delicatissimo. Niente ritiro, anche se le cose cambierebbero se i giallorossi non dovessero battere il Bologna, domenica pomeriggio. Ma, al tempo stesso, il club ha imposto il silenzio stampa alla squadra: parleranno solo il tecnico e i dirigenti. Mai ipotizzato, dai dirigenti, lesonero di Ranieri (Stanleybet lo quota a 16), tranquillizzato dalla presidentessa, anche se già sventola il nome di Lippi più che quello di Leonardo. La Sensi, però, avverte: «Non posso essere felice, ma resto fiduciosa. Ora bisogna ripartire, perché la Roma è forte». Lo dice lei, lo stanno ripetendo da settimane Totti e altri giocatori. Quindi Ranieri non può più nascondersi. Lalibi delle assenze non basta a giustificare il flop di inizio stagione.
La frizione tra il tecnico e il capitano non preoccupa la società. Francesco ha fatto capire che la sua era più una battuta per smuovere le acque che un attacco velenoso. Del resto Burdisso, legatissimo a Ranieri, è daccordo con la tesi del compagno: «Dal suo punto di vista, Totti ha ragione. Ha bisogno di maggiore appoggio lì davanti e attualmente non ne ha a sufficienza». E con quella della Sensi: «Noi siamo meglio dellanno scorso. La squadra è stata costruita con acquisti importanti».
Non cè solo da ricostruire il rapporto con il capitano. Ranieri, deluso da Menez in queste prime partite, si dedicherà, come lanno passato, al francese. Ripartendo dallultimo errore, di non scaldarsi bene. La sostituzione ci doveva essere sullo 0a 0, ma Jeremy non si è fatto trovare pronto. Anche con Borriello dovrà chiarirsi, su certi movimenti in campo. Un paio di volte i due hanno discusso animatamente durante la partita. E proprio il centravanti ha confermato che fisicamente la Roma non è ancora da corsa: «Ci mancavano le gambe per ripartire». La preparazione atletica, come segnalato anche nelle partite precedenti quella di Monaco, continua a non convincere. Come il sistema di gioco, diverso in ogni partita. Come certe sostituzioni.