Rosella durissima: «E’ malafede!»

23/09/2010 alle 10:02.

CORSPORT (G. D'UBALDO) - Rosella Sensi è una furia. Urla al telefono quando mancano ancora cinque minuti alla fine della partita, quando l’arbi­tro Carmine Russo ha già compiuto lo scem­pio. Urla e in qualche frangente la voce è in­terrotta dalla rabbia. «E’ una vergogna, uno schifo. Domani prenderò provvedimenti, mi farò sentire ancora. Perchè questo sistema deve saltare, non può andare avanti così. Così il calcio italiano va a rotoli, è una ver­gogna. Deferitemi pure, ma voglio farmi sen­tire,

AMORE - La Roma non è più sua, sta per andarsene, la so­cietà è in vendita. Ma Rosel­la Sensi parla per l’amore che nutre per questa squadra, per difender­la ad ogni costo, come ha sempre fatto suo padre: «E’ una vergogna. I nostri tifosi non possono essere trattati così. La Roma anche se in vendita ha una società, una proprietà e una à che vanno rispettati: non si può pensare che nessuno protesterà. Non ne pos­so più. Io me ne vado, sono pronta ad an­darmene anche domani. Se c’è un acquiren­te, gli affido la Roma anche domani. Ma chi viene deve essere pronto a tutelare questa squadra, a difendere questi colori, a farsi sentire, con tutte le sue forze. Questo è un si­stema che non va più bene. C’è tanta inca­pacità, non ne posso più di direzioni di gara in malafede come quella di Brescia. Non si possono negare tre rigori come quelli che so­no stati negati alla Roma. Questa squadra è forte, più forte di prima, può fare una gran­de stagione. L’abbiamo costruita tra tante difficoltà, con entusiasmo e passione. I no­stri giocatori vanno aiutati, perchè fanno parte di una grande squadra» .

FIUME IN PIENA - Un fiume in piena, la sua rabbia non si placa. «Non ne posso più, non è la prima volta. Me ne vado, la Roma è in vendita, vengano a prendersela anche do­mani. Ma siano pronti a tutelarla come ha fatto mio padre e come farò io fino all’ultimo giorno che sarò presidente. Anche domenica scorsa il terzo gol di Juan era valido ed è stato annullato, avremmo vinto la partita contro il . E non dovevamo assoluta­mente perdere questa di Brescia. Oltre ai tre rigori non concessi alla Roma c’è stato quel­lo inesistente dato al Brescia. Io come mio padre voglio denunciare questa vergogna. Voglio farmi sentire e non finisce qui. Mi au­guro che venga qualcuno che ha i soldi che continui a fare grande la Roma e che la di­fenda in tutte le sedi. Come si permette un arbitro come questo a fare un danno così evi­dente alla Roma? Da oggi vo­glio andare fino in fondo per­chè una vergogna come que­sta venga punita. Un’arbitro incapace ha condizionato la gara in modo vergognoso. Prenderò provvedimenti, in­terverrò a tutti i livelli. Ades­so diranno ancora che la Ro­ma è in crisi? Voglio vedere quello che diranno. Non faccio vittimismo, è la realtà. E’ arrivato il momento di urlare la nostra rabbia e lo farò ancora, non mi fermo qui» .

NIENTE FRENI - Il pensiero va oltre questa sconfitta così difficile da accettare. «Domani (oggi, n.d’i.) interverrò ancora, mi devono sentire. Bisogna fare qualcosa, anche in pre­visione del cambio della società, per chiun­que si avvicini a questa squadra. Molti pre­sidenti già si sono lamentati per molto me­no e non sono stati deferiti. Io mi limito a di­re che la Roma non aveva mai sommato in un tempo tanti episodi da moviola come nei primi 45 minuti di Brescia, giocati ad una porta e chiusa in svantaggio di un gol e con 3 ammoniti. Bravissimo il Brescia a capita­lizzare la sua unità di squadra concreta, ma Nicchi e Braschi che plaudono la Rai per aver eliminato i processi video hanno gros­si problemi in casa e non sembrano in gra­do di risolverli da soli. Qualcuno li aiuti pri­ma che il calcio paghi un dazio esagerato. Non mi interessa capire le designazioni ma avverto una situazione fuori controllo» .