![](/IMG/AS ROMA/PARTITE/2010-2011/BRESCIA-ROMA/BIG-brescia-roma adriano si aggrappa alla rete.jpg)
CORSPORT (A. MAGLIE) - Nicchi dice che se si lamentano tutti vuol dire che va tutto bene. Nicchi ha evidentemente frequentato un corso per struzzi perché ieri sera a Brescia il signor Russo di Nola ha dimostrato di poter fare tutti i mestieri del mondo tranne quello dellarbitro. La Roma ha mille problemi ma lui, lineffabile nolano, ne ha caricati sulle spalle di Ranieri altri mille prima negando una lunga serie di rigori alla Roma e in particolare a Borriello e poi concedendone uno al Brescia che non cera.
Una partita così profondamente segnata dallinettitudine del direttore di gara non può essere evidentemente analizzata da un punto di vista tecnico. La Roma sicuramente non è in un particolare stato di forma, è lenta, sviluppa la manovra in maniera troppo compassata e fatica a liberare luomo davanti alla porta. Ma ieri ha giocato sempre nella metà campo avversaria e se Russo avesse fatto il suo lavoro in maniera almeno passabile al gol ci sarebbe arrivata con uno dei numerosi rigori che non le sono stati fischiati.
Certo, la solita disattenzione difensiva ha obbligato la Roma a remare controcorrente. Perché un gol come quello subìto al 12' del primo tempo è la quintessenza di una fase difensiva sbagliata. Certo, Caracciolo fa unottima cosa ma Cassetti si fa superare con eccessiva facilità; Hetemaj calcia bene al centro dellarea ma nessuno si preoccupa di marcarlo. Il fatto è che ogni pallone che supera la linea di metà campo, si trasforma per la Roma in un pericolo. Poi ci sono i limiti, le ingenuità e gli errori arbitrali. La scarsa freddezza di Rosi ha obbligato Ranieri a sprecare il primo cambio per evitare alla squadra di fare la stessa fine di Cagliari quando dopo una ventina di minuti si ritrovò in inferiorità numerica. Una situazione che, comunque, si è verificata nella ripresa quando Mexes si è lanciato sul pallone per evitare che Eder potesse appropriarsene ed arrivare solo davanti a Julio Sergio. Il francese interveniva fuori area, toccava la palla, Eder saltava e ricadendo toccava la gamba di Mexes. Russo vedeva un altro film: rigore (trasformato da Caracciolo) ed espulsione.
Lì la partita della Roma è finita. In compenso sono continuati gli errori dellarbitro che non vedeva un tocco di braccio nellarea del Brescia: evidentemente il Nolano non voleva guastare la sua media con una scelta azzeccata. Ci piacerebbe sentire sul tema anche il presidente federale, Giancarlo Abete, che con solerzia ha «condannato» senza appello il Lecce per la vicenda Colucci: cosa dirà adesso di Eder? E cosa dirà di questo signore che dovrebbe essere invitato, per il bene del calcio italiano, a farsi da parte?
E dei due collaboratori, Romagnoli e, in particolare, Ayroldi che avrebbe dovuto segnalare la «pulizia» dellintervento di Mexes? Va tutto bene, Nicchi? Complimenti a tutti voi. Il Brescia ha fatto il suo, senza infamia e senza lodi particolari. Oggettivamente non meritava la vittoria e il gol di Borriello (il migliore della Roma) ha dato alla sconfitta dimensioni più vicine alla realtà. Più vicine ma comunque lontane da un concetto di giustizia che nel calcio è sempre inafferrabile. Soprattutto se viene a mancare colui che alla giustizia dovrebbe sovrintendere con la sua equanimità, cioè larbitro. La Roma ha lottato sino alla fine. Così come la coda di paglia del signor Russo è emersa chiaramente proprio nei minuti finali quando Julio Sergio per unuscita a valanga e fallosa su Konè è stato solo ammonito e non espulso. Ma, evidentemente, larbitro ha deciso che quella era lora della compensazione. Inutile e umiliante. Restano alla fine, solo le lacrime di Julio Sergio: lacrime di rabbia e di dolore per una caviglia sfondata in quel contatto con Konè.