LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Monologo, show o sfuriata. Ognuno lo chiami come crede. Un´uscita a sorpresa di un Ranieri che così imbufalito a Roma non si era mai visto. «Oggi inizio e concludo io», il preambolo fa subito intuire che la vigilia della sfida con il Bologna non sarà come tutte le altre. Un Mourinho casereccio, di cui non si sentiva la mancanza. Un modo di porsi che lo stesso Ranieri la scorsa stagione aveva aspramente criticato («È troppo facile motivare un gruppo facendogli credere di essere contro tutto e tutti»).
Parole pesanti, quasi intimidatorie. Mai rivolte però ai suoi, a quelli che gli hanno rimproverato pubblicamente un modo di giocare troppo "catenacciaro". Totti, per dirne uno. «Ho un rapporto sincero e leale con tutti i giocatori - e qui il tono si alza - figuriamoci con il mio capitano. Posso sbagliare a volte nel farlo giocare, altre a levarlo: me ne assumo le responsabilità. Sono io il capo, tutto quello che faccio è per il bene della Roma. Dite che conosco solo il 4-4-2: ma che ne sapete voi della carriera di Ranieri? Andate a vedere quello che ho fatto nella mia carriera, con quanti e quali moduli ho vinto. Ho più di vent´anni d´esperienza: pensate che abbia sempre fumato il sigaro in panchina?». No, altrimenti sarebbe Lippi. Ad andare in scena è stata invece la copia sbiadita di Mourinho, la stessa che oggi pomeriggio, contro il Bologna, proverà a raggiungere la prima vittoria di quest´avvio stagionale. Chissà che non sia più semplice riuscirci con un nemico esterno.