IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Nessun processo, nessun banco degli imputati, tantomeno nessun ultimatum. Nel confronto tra Ranieri e la squadra, andato in scena ieri mattina a Trigoria prima dellallenamento, il tecnico ha avuto parole decise nei confronti dei giocatori, necessarie per dare uno scossone, ma non ha attaccato nessuno. Anzi. Ha invitato i giocatori «a restare uniti», a «non mollare» perché nulla è compromesso. Il cappotto di Cagliari non va sottovalutato, è sintomo che qualcosa «ancora non va» ma la storia di questa stagione è tutta da scrivere. A partire da mercoledì, a Monaco.
Il tecnico è convinto che la squadra vista sabato sera a Cagliari sia soltanto una brutta copia della Roma vera, che può (e deve) fare molto di più. Le possibilità per farlo ci sono tutte, basta solo che i giocatori trovino di nuovo quella convinzione e quellamalgama che lo scorso anno li ha portati a sfiorare lo scudetto. Il mister si aspetta che, in questo momento di difficoltà, siano i senatori a prendere per mano il gruppo, guidando i giovani che non hanno ancora lesperienza necessaria a certi livelli. È da loro, da quei giocatori che appena quattro mesi fa sono stati Campioni dItalia per mezzora, che Ranieri vuole le risposte più importanti, convinto che basteranno un paio di risultati utili a ridare fiducia «a un grande gruppo». Ranieri, che durante lallenamento si è fermato a lungo a parlare col direttore sportivo Daniele Pradé, ha anche risposto a uno dei pochi tifosi presenti alla seduta che chiedeva spiegazioni: «Mister come mai questa sconfitta?», è stata la domanda rivolta allallenatore romanista che ha risposto: «Sono stati più bravi loro». «Sì, ma prenderne 5 non è possibile, è assurdo». A quel punto il tecnico della Roma ha risposto: «Chai ragione». La squadra, dal canto suo, sta cercando di assorbire la batosta. Sullaereo che ha riportato a Roma i giocatori, poche parole e sguardi bassi. Totti e compagni sanno che sconfitte del genere («modello Manchester», ha detto qualcuno) non devono più capitare e vogliono dimostrare allallenatore, alla società e a loro stessi, di essere in grado di migliorare il risultato della stagione appena trascorsa. Non solo: non si sentono da quarto o quinto posto e, anche in questo caso, vogliono dimostrarlo. Nessuno è intenzionato a mollare, o dare alibi a disfattismi. Daltronde farlo a settembre e dopo appena due partite, sarebbe un delitto, oltre che un errore. La rosa messa a disposizione di Ranieri è di primo piano. La squadra è più forte della scorsa stagione, come ha ribadito anche Pizarro. Ma è sul campo poi che si devono dare le risposte. E i giocatori della Roma sono pronti - tutti, nessuno escluso - a dimostrare tutto il loro, enorme, valore.