![](/IMG/AS ROMA/RANIERI/10 11/BIG-ranieri allenamento_MANCINI_24_7_10.jpg)
LA REPUBBLICA (A. DI MARIA) - Quell´ombra che si allunga e si accorcia. Non in base alla posizione del sole, ma secondo la stabilità o instabilità della panchina. Un´ombra che si fa ingombrante. Almeno nella mente e nei pensieri di Claudio Ranieri, che ha individuato in Marcello Lippi il nemico che ormai da un anno e mezzo lo starebbe perseguitando. Tutto com
Tutto comincia nell´aprile 2009 a Recco, in quella che è diventata famosa come la "cena della focaccia". Ribattezzata però dall´allenatore della Roma mercoledì sera come "cena della piadina", e in Liguria e in Romagna si staranno rivoltando per il caos culinario. Quella volta, con Ranieri alla guida della Juventus, si incontrarono in un ristorante l´allora presidente bianconero Jean Claude Blanc e Marcello Lippi, ct della nazionale. La focaccia, oltre che buona, fu anche illuminante, a tal punto che a fine serata il futuro prossimo della Juve era tutto delineato: Ciro Ferrara, regista dell´incontro, allenatore per la stagione successiva e Lippi dentro la dirigenza dopo il Mondiale. Furono caldeggiati gli acquisti di Cannavaro e Grosso, mentre Ranieri veniva di fatto esautorato. Con molte partite ancora da giocare. Situazione che tra l´altro il tecnico di Testaccio aveva già vissuto a Londra, quando il neo arrivato Roman Abramovich, dopo pochi mesi di presidenza, decise che avrebbe puntato tutto su José Mourinho, lasciando Ranieri come un "dead man walking" alla guida del Chelsea fino alla chiusura del campionato 2004.
Una terza volta sarebbe eccessiva. Ma ora Ranieri teme che possa accadere qualcosa di simile anche a Roma. Soprattutto nel momento in cui dovesse entrare in scena una nuova proprietà. E qui forse si parlerebbe di "cena della pajata". Prima ha fatto qualche allusione: «Stiamo vivendo un periodo difficile, ma ne ho passati tremila. Che pensate, che mi sono sempre fumato il sigaro in panchina?», aveva detto sabato scorso. Con l´immagine del sigaro, che caratterizza la figura di Lippi. Alla vigilia della gara con il Brescia aveva poi proseguito: «So che ci sono diverse persone a cui piace navigare nell´ombra, ovviamente fuori dalla società, ma io vado avanti». Navigare, mare, Viareggio, Lippi. Fino all´attacco diretto di mercoledì sera: «I nomi e i cognomi, i giornali li hanno fatti, si vede che sanno qualcosa anche loro... A Torino sapevo che era Lippi. D´altra parte lo sapevano tutti, c´era stata la famosa cena della piadina». E l´ex ct? «Ognuno può dire quello che gli pare» ha risposto ieri.
Eppure in questo anno e mezzo ci sono stati anche momenti distensivi. Come quando Lippi, con la Roma che andava a tutta e si trovava solo un punto sotto l´Inter, dichiarò: «Bisogna alzarsi in piedi e applaudire la Roma per quello che sta facendo: la presidentessa, i dirigenti, l´allenatore e i giocatori. Sarebbe stato già tanto se Ranieri fosse riuscito a raddrizzare la stagione, era il massimo che si potesse chiedere». Chissà cosa avrà pensato in quel momento Ranieri, che da oggi ha un problema in più. Sostituire Julio Sergio, rimasto in campo a Brescia in lacrime, perché le sostituzioni erano finite. Ha un´infrazione al malleolo e la distrazione di un legamento: dovrà stare fuori per un mese. Ma almeno torna Totti.