Ma è stato giusto sostituire Totti?

12/09/2010 alle 11:16.

CORPSORT (A. DELLA PALMA) - Se fossimo a Natale, Berlusconi e la signora Sensi dovrebbero dav vero preoccuparsi davanti alle esibizioni del Milan e della Roma e anche del rendimento dei giocatori su cui hanno investito un bel pacco di milioni, ma siccome siamo solo all’inizio di settembre ci sono ampi margini per poter dire che le due principali rivali dell’Inter nella corsa allo scu detto hanno vissuto soltanto un sabato di follia.

Certe sensazioni emerse dopo l’unica domenica di agosto in cui si era giocato a pallone, sono state subito ribaltate non tanto dalla classifica - è troppo presto per guardarla - quanto da gli eventi. Da questa mini giornata è uscita a testa al ta la nuova Inter di Benitez, ma solo per i tre punti con quistati contro l’Udinese, perché tra questa squadra e quella di Mourinho ci so no ancora differenze che di vidono il giorno dalla notte. Un guizzo di Lucio, final mente, poi un colpo di for tuna di Eto’o l’attimo dopo il rigore sbagliato davanti ad Handanovic e poco altro. Però è arrivata la vittoria e dopo la sconfitta di Montecarlo con l’Atletico Madrid e il mini- stop di non è male: pensate che co sa sarebbe successo, all’in terno di un gruppo dove manca già la cattiveria agonistica di Mourinho, se non fossero arrivati questi tre punti. La sensazione è che Benitez sia ancora prigio niero del fantasma di Josè, di cui non riesce proprio a liberarsi: sta cercando in tutti i modi di cambiare un’Inter che giocava a me moria pur di far vedere che ci ha messo del suo, invece dovrebbe sfruttare la vec chia squadra e solo dopo, con calma, aggiungere qualcosa, magari sotto il profilo del gioco e dello spettacolo. Un po’ come ha fatto Bisoli a Cagliari raccogliendo l’eredità di Allegri. Per ora, invece, è un’In ter che diverte pochissimo: bisogna che lo spagnolo re cuperi al più presto Milito, apparso talmente svuotato mentalmente da lasciare il rigore a Eto’o.

Ma un lavoro ancora più duro e complesso aspetta Allegri e Ranieri, usciti da questo sabato infernale sicuramente con le idee me no chiare e, comunque, con il morale a pezzi. Ma mentre il giallorosso ha l’attenuante del folle gesto di Burdisso che ha lasciato la Roma in dieci dopo venti minuti (resta solo il dubbio sul perché il tecnico abbia fatto uscire un capitano come piuttosto che l’altrettanto offensivo Menez), il rossonero dovrà capire al più presto come riorganiz zare il suo attacco dopo gli arrivi di Ibrahimovic e Robinho. L’abbondanza, imposta all’improvviso dal pre sidente Berlusconi, gli ha messo subito pressione e il risultato si è visto, al di là del pessimo rendimento di Ibrahimovic, capace di sbagliare anche il rigore della speranza: il campo ha detto che con Pato l’attaccante più in forma è Pippo Inzaghi, sacrificato troppo a lungo in panchina, e che la difesa non ha alternative al l’altezza di scudetto e . Se non ci sono Nesta ( assente) e Thiago Silva ( uscito nell’intervalo), che non sono certo uomini d’acciaio, son dolori, perché Bonera e, soprattut­to, Papastathopoulos sono impresentabili su questi ambiziosi palcoscenici. A mercato chiuso, forse, vie ne da dire che il Milan avrebbe dovuto investire qualche milione in più per la difesa e qualcuno in meno per l’attacco, ma il tempo per essere smentiti c’è. Nel frattempo facciamo i complimenti al Cesena e al Cagliari - splendide realtà del nostro campionato - e godiamoci un’altra grande domenica di sport con la Ferrari regina di Monza tra la partita delle 12.30 (Brescia- Palerno), novità assoluta, e quelle del pomeriggio.