IL ROMANISTA (F. BOVAIO) - Il giorno dopo è peggio di quello del misfatto. In bocca resta lamaro sapore della beffa e la constatazione dellincapacità di un arbitro, Russo di Nola, che aveva già fatto infuriare il Milan alla seconda giornata nella partita persa a Cesena. Durante quella gara, nella quale ai rossoneri erano stati annullati due gol per motivi molto dubbi (esempio uno stop di mano di Pato tutto da verificare anche alla prova tv), Galliani se lera presa ad alta voce con Braschi presente in tribuna qualche fila sotto a lui, mentre il giorno dopo lo stesso Berlusconi, scherzando - forse - parlò di
aspre di una società importante come il Milan, dando così limmagine di chi non si piega davanti ai potenti,
sia perché questanno il suo organico è di soli venti arbitri e fermarne uno può creare problemi di turnover a tutti.
Dopo i misfatti di Brescia, però, la sospensione di Russo appare inevitabile, al punto che lo stesso Nicchi,
presidente degli arbitri, lha ipotizzata prima di entrare in Consiglio Federale: «È molto probabile uno stop per larbitro Russo. Siamo amareggiati. Ci dispiace ancora di più perché è capitato in una giornata in cui tutto era andato bene. Purtroppo, cè stata una gara nella quale abbiamo sbagliato». Lammissione di colpa è già qualcosa, visto che dopo le prime proteste verso i suoi arbitri Nicchi aveva risposto con una battuta non proprio felice: «Se si lamentano tutti si vede che stiamo facendo bene».
Ma chi è questo Carmine Russo oggi nellocchio del ciclone? Campano, ha cominciato ad arbitrare nel 1994 ed è iscritto alla sezione Aia di Nola, competente territorialmente per il paese di Roccarainola, dove vive. Dopo tre anni in serie D (2000-2003), ne ha fatti quattro in C (2003-2007) per poi arrivare alla Can di A e B nel 2007. Ha poi esordito in B il 9-9- 2007 in Modena-Spezia 2-2 e in A il 23-12-2007 in Fiorentina-Cagliari 5-1. Quella di Brescia è stata la sua trentesima partita nella massima serie, mentre nella cadetteria ne ha dirette quaranta. Fino agli strafalcioni di questanno era considerato uno dei migliori fischietti giovani a disposizione di Braschi,
tanto che si vociferava già di una sua possibile promozione ad internazionale a gennaio, quando lItalia dovrà occupare le due caselle lasciate libere da Rosetti e Trefoloni. Le sviste del Rigamonti, dunque, rischiano di essere un duro colpo per uno che il prossimo 29 settembre compirà 34 anni e che godeva (ma possiamo anche dire gode) della stima infinita di Collina, sotto la cui guida è cresciuto salendo tutti gli scalini di una carriera che adesso rischia di avere un brusco stop.