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GASPORT (G. GREISON) - Un minuto solo. Un minuto, e basta. Quello che la vita è pronta a rubarti, facendoti credere che non conti. Il novantesimo è scaduto, e passa un minuto, quel minuto vitale, che ti ribalta il mondo, e il risultato della partita. Tempo scaduto, destino che scappa, saracinesca che si abbassa. Lui però ci mise il piede, lo bloccò quel minut
Chi sono Cè Lobont, la grande sorpresa. Riesce a non farsi bucare la rete, e ha salvato il risultato, anche grazie alla splendida parata su tiro di Etoo, al 36 del secondo tempo. Ma non solo. Il suo inserimento tra i pali, la scelta di Ranieri, che così lo ricompensa della prestazione: «Era in forma, lho fatto giocare, ne è valsa la pena». È così che Lobont dà dignità alla sua permanenza a Roma, un mese dopo la sciagurata notte di Milano del 21 agosto: quella sera era sempre Inter, era Supercoppa, era un paio di interventi da brividi. Trentacinque giorni dopo, la rivincita. E, infatti, commenta a fine gara, tutto soddisfatto, labbraccio dei compagni: «È stata una gioia. Questa è la dimostrazione che siamo una grande famiglia. Che siamo uniti, tutti compatti. E questa è stata una grande vittoria, che ha un valore ancora più particolare, per me. Grazie a Ranieri, soprattutto, che mi ha dato fiducia». Cè Riise, al suo rientro dopo il colpo alla testa con la Norvegia. Con quel suo caschetto da pallanotista daltri tempi, ma con il cuore sempre scoperto. «Con lInter ci sarò», aveva detto. Infatti, cè stato. Riise è la curva, la curva è Riise: non cè tiro, o corsa sulla fascia, che non viene seguito da ovazioni. Cè Cassetti, che potrebbe benissimo essere scambiato per uno dei protagonisti di «Fuga per la vittoria», con quellaria da Rupert Everett. Ottimo il suo pressing su Etoo, già dal primo tempo. Cè Burdisso, anche lui che torna. Prima era un centrale dellInter. Adesso non più.