«Io bravo? È la vittoria della Roma. Bis col Cluj»

26/09/2010 alle 11:44.

GASPORT (G. GREISON) - Un minuto solo. Un minuto, e basta. Quello che la vita è pronta a rubarti, facendoti credere che non conti. Il novantesimo è scaduto, e passa un minuto, quel minuto vitale, che ti ribalta il mondo, e il risultato della partita. Tempo scaduto, destino che scappa, saracinesca che si abbassa. Lui però ci mise il piede, lo bloccò quel minut

Chi sono C’è , la grande sorpresa. Riesce a non farsi bucare la rete, e ha salvato il risultato, anche grazie alla splendida parata su tiro di Eto’o, al 36’ del secondo tempo. Ma non solo. Il suo inserimento tra i pali, la scelta di Ranieri, che così lo ricompensa della prestazione: «Era in forma, l’ho fatto giocare, ne è valsa la pena». È così che dà dignità alla sua permanenza a Roma, un mese dopo la sciagurata notte di Milano del 21 agosto: quella sera era sempre Inter, era Supercoppa, era un paio di interventi da brividi. Trentacinque giorni dopo, la rivincita. E, infatti, commenta a fine gara, tutto soddisfatto, l’abbraccio dei compagni: «È stata una gioia. Questa è la dimostrazione che siamo una grande famiglia. Che siamo uniti, tutti compatti. E questa è stata una grande vittoria, che ha un valore ancora più particolare, per me. Grazie a Ranieri, soprattutto, che mi ha dato fiducia». C’è Riise, al suo rientro dopo il colpo alla testa con la Norvegia. Con quel suo caschetto da pallanotista d’altri tempi, ma con il cuore sempre scoperto. «Con l’Inter ci sarò», aveva detto. Infatti, c’è stato. Riise è la curva, la curva è Riise: non c’è tiro, o corsa sulla fascia, che non viene seguito da ovazioni. C’è Cassetti, che potrebbe benissimo essere scambiato per uno dei protagonisti di «Fuga per la vittoria», con quell’aria da Rupert Everett. Ottimo il suo pressing su Eto’o, già dal primo tempo. C’è Burdisso, anche lui che torna. Prima era un centrale dell’Inter. Adesso non più.