In dieci la Roma cade a pezzi

12/09/2010 alle 11:50.

CORSPORT (G. D'UBALDO) - Un Cagliari bello e quadrato umilia la Roma che può invocare solo un timido alibi: la lunga inferiorità numerica. Ma in dieci una squadra di notevoli po tenzialità tecniche, dovrebbe essere in grado se non di ottenere un risultato minimo, comunque di mostrarsi ordinata e concentrata, non dovrebbe, insomma, farsi travolgere come, al contrario, è av venuto ieri al Sant’Elia. Perso Nicolas Burdisso (il suo fallo su Conti è stata una scelta deprecabile per inutilità e per eccesso di cattiveria, in piena area piccola, per giunta), i giallorossi sono spariti fornendo qualche minima reazione di orgoglio solo verso la metà della ripresa quando hanno obbligato Agazzi ad alcuni interventi complicati. I conti di Bisoli tor nano tutti, con pieno merito. La squadra ha un’ottima condizione fisica e grande chiarezza di idee; concede poco a livello difensivo, riparte di gran carriera grazie al la velocità di Cossu, è micidiale sulle palle alte con due attaccanti come Acquafresca e Matri.

Emozioni forti, in poco più di mezz’ora: quattro gol, un’espul sione (Nicolas Burdisso), l’infor tunio di Conti con il papà Bruno che si produce in uno scatto bru ciante per andare a rendersi con to delle condizioni del figlio. Brut ta Roma, bruttissimo l’intervento di Burdisso in piena area sul regi sta del Cagliari (trenta punti di sutura alla gamba destra, traspor to d’urgenza in ospedale per ac certamenti più approfonditi). Lì si è decisa la partita. La squadra di Ranieri che già faticava a occupa re il campo in maniera organica, in dieci ha perduto anche i residui equilibri, con evidenti contraccol pi sulla fase difensiva, impresen tabile in questa fase iniziale di stagione. Il Cagliari, solido, ordi nato, aggressivo, ha ingigantito i problemi di una squadra già emersi contro l’Inter nella Super coppa e nella prima di campiona to contro il Cesena. Il forzato esor dio dell’altro Burdisso, Guiller mo, ha reso la difesa giallorossa ancora più vulnerabile sulle palle alte (di testa sia il terzo gol di Ac quafresca che il quarto di Matri, tutti e due saliti in cielo nella zo na in cui avrebbe dovuto contra starli il parente meno noto dell’ex interista). La rinuncia a , poi, ha tolto alla squadra imprevidibi lità. Una decisione peraltro fretto losa, quasi una resa anticipata.

La Roma fatica a recuperare palla, con facilità eccessiva gli av versari arrivano al limite del l’area o, addirittura, in area: se gno che il reparto arretrato è po chissimo protetto. Lo stesso pri mo gol di Conti, bello per esecu zione, in realtà è il frutto di legge rezze (in un primo momento i giallorossi non si accorgono che il Cagliari sta battendo corto l’ango lo; poi quando la palla arriva al centrocampista sardo al limite dell’area, nessuno va a contra starne il tiro consentendogli il controllo e la girata). Borriello, lontano da una accettabile condi zione, non ha coperto le magagne di una squadra che ha quattro giorni per trovare qualche senso logico perché la trasferta di a Monaco non sarà certo più semplice di quella sar da. Hanno pesato i quasi 70 minu ti di inferiorità numerica così co me la necessità di sostituire Ca stellini dopo appena 14 minuti può aver scombussolato i piani tattici elaborati da Ranieri. Ma non è che prima di questi accadi menti, gol di (angolo di e conclusione di testa) a par te, la Roma avesse lanciato segna li di crescita.

Il Cagliari, molto più dinamico, non ha quasi mai sofferto, impo nendo sempre i propri ritmi e le proprie geometrie, esaltandosi con il gol di Acquafresca al rien tro (protagonista anche in occa sione del rigore con un tiro re spinto da Julio Sergio e il fallaccio di Burdisso) a Cagliari dopo le in felici parentesi di Genova e Ber gamo. Per Bisoli, insomma, solo indicazioni positive. Quelle nega tive le ha consegnate tutte a Ra nieri.