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IL ROMANISTA (G. PIACENTINI) - E UNA ROMA da scudetto? Dopo il passo falso casalingo contro il Cesena di sabato scorso le quote della formazione di Claudio Ranieri erano letteralmente crollate nel borsino di addetti ai lavori e tifosi. Gli ulteriori passi falsi di Inter e Juventus, la vittoria casalinga del Milan contro il Lecce fa pochissimo testo, del giorno dopo hanno però parzialmente ristabilito gli equilibri. Le ultime ore di mercato, con gli arrivi di Ibrahimovic e Robinho al Milan e quello di Marco Borriello alla Roma e con lInter praticamente immobile, hanno ridisegnato la griglia di partenza del campionato di Serie A. Una griglia di partenza che vede la formazione giallorossa se non in pole position per lo scudetto, almeno in prima fila a braccetto con le milanesi.
Non è una valutazione da tifosi ma oggettiva: la Roma che lo scorso anno ha perso lo scudetto per un soffio, esce rinforzata dal mercato estivo, lInter campione dItalia indebolita, il Milan ha un attacco atomico dopo larrivo di Ibrahimovic e Robinho ma a centrocampo e in difesa ha più di un punto interrogativo, la
Juventus ha rinnovato quasi completamente lorganico e la formazione titolare e Delneri (nuovo anche lui) avrà bisogno di tempo prima di assemblare una squadra competitiva. Ranieri invece parte su una base solida, quella dello scorso anno, sulla quale costruire il sogno tricolore. Per facilitargli la vita la proprietà ha operato in maniera intelligente sul mercato, puntellando difesa centrocampo e attacco con gli arrivi a parametro zero di Rosi, Guillermo Burdisso (in prestito), Castellini, Simplicio e Adriano, prima di affondare nelle ultime 72 ore di mercato i colpi Nicolas Burdisso e Marco Borriello, senza cedere nessuno dei pezzi pregiati ma solo calciatori (Motta, Guberti, Cerci) che non rientravano più nei piani di Ranieri.
Il tecnico di Testaccio è riuscito nellimpresain cui in passato aveva fallito Luciano Spalletti, e cioè quella di avere due giocatori di pari valore (più o meno) in ogni ruolo, con la sola eccezione delle corsie esterne difensive dove le alternative a Cassetti e Riise si chiamano Cicinho, Rosi e Castellini e si possono considerare un gradino sotto ai titolari. Per il resto, Ranieri ha a disposizione praticamente due squadre. A partire dal portiere: la mancata partenza di Doni offre a Ranieri unalternativa di livello a Julio Sergio, relegando Lobont al ruolo di terzo. In difesa, detto di Cassetti e Riise, Ranieri ha tre centrali di livello internazionale (Mexes, Juan e Nicolas Burdisso) più un giovane di prospettiva come Guillermo Burdisso. Difficilmente vedremo in campo Simone Loria, escluso anche dalla lista Champions. E dalla metà campo in su, però, che Ranieri ha davvero limbarazzo della scelta.
Per non complicarci troppo la vita, immaginiamo una formazione schierata col 4-4-2: a destra ci sono Taddei e Menez, dalla parte opposta Vucinic e Perrotta, al centro Pizarro, De Rossi, Simplicio e Brighi, in tutto otto titolari. In avanti Totti, Borriello, Adriano (quando starà bene), Julio Baptista e Stefano Okaka. Tanta roba e Ranieri lo sa. Ora, ma questa è forse la garanzia maggiore, toccherà a lui arrivare fino in fondo e portare questo gruppo al traguardo.