«Fatemi giocare ancora con Totti»

06/09/2010 alle 11:01.

CORSPORT (A. SANTONI) - Seguendoli da vicino mentre, appena dopo pranzo, si avviavano verso l’Aula Magna di Coverciano, sembrava di assistere al pre match di un atteso incontro di boxe: Antonio Cassano che muoveva la testa, per stirare e sciogliere i muscoli del collo, irrigiditi dalla tensione; e Gigi Riva, come il suo manager o il suo “secondo”, che continuava a ripetergli a bassa voce, un passo indietro: «Antonio, tu devi stare sereno, rimanere tranquillo, rispondere...». Ma non ci sono stati colpi bassi e nessuno è salito sul ring. Perché ieri si è celebrato un piccolo evento mediatico dove ognuno ha recitato la parte migliore e in fondo prevista. Con il Grande Reprobo autentico mattatore, pronto ad ammettere i troppi errori del passato, tra Roma e Madrid, chiuso a riccio strategicamente solo sulla questione Lippi.

L’oggi di Antonio è pieno di altre cose: di nazionale per altri 4 anni, di Prandelli per gli orizzonti tecnici, di un sogno chiamato , e di Carolina, per sempre. Un Cassano perfetto (anche troppo per qualcuno), scanzonato e misurato, padrone della scena a favore di telecamere e di taccuini, teatrante popolare a tratti, uomo trasparente quando non ha potuto fare a meno di fermarsi commosso pensando alla figura di sua moglie: «E’ lei che mi ha cambiato». Un piccolo grande successo diplomatico costruito in questi giorni dalla Federazione, con Albertini e Valentini in testa fino a Riva, rimastogli sempre a fianco, alimentato da Prandelli stesso, che ha voluto fortemente questo atto di normalità. Già, “Cassano normale” può suonare un ossimoro. Ma anche Jessica Rabbit non era cattiva: non era colpa sua se la disegnavano così...

 Antonio Cassano leader della nuova nazionale, il modo migliore per re cuperare il tempo perdu to. «Quello conto di recupe rarlo di sicuro, ma non so no io il leader, non voglio questa responsabilità. lo è per qualità e personalità. Come Chiel lini. Io sono uno del grup po » .

Questo è il suo quarto inizio azzurro: definitivo?

« Io in nazionale entro ed esco. In passato di er rori ne ho fatti, questa si tuazione l’ho creata io, è colpa mia. Però adesso so no tranquillo e sereno. Di pende da me».

Dipende da lei soltanto?

«Oh, non sono un terrorista! In tanti anni di na zionale non ho mai man di rispetto a nessuno. E voglio pensare al futu ro, meglio, al presente».

Un presente che vede un Cassano cambiato, alme no così dicono.

«Sono cambiato, e sono lo stesso, però caratterial mente più forte. Per for za! L’età fa maturare. Do po l’esordio in serie A, nel ‘99, per 4 o 5 anni, tra Ro ma e Madrid, ho fatto dei disastri inenarrabili. Ec co, quel periodo, con Ca pello, se potessi, lo elimi nerei dalla mia vita. Aves si avuto allora questa te sta avrei vinto di più. Questo è il mio solo rim pianto ».

Ma ancora non ha spie gato il cambiamento.

«A un certo punto mi sono detto: “ o’ Anto’, se vuoi andare avanti devi diven tare un giocatore serio. Se continui a fare come ti pa re torni a fare il salumie re”. Ed è arrivata la svol ta di Genova».

Mettiamola alla prova: due parole su Lippi?

«Sapevo che saremmo ar rivati qui. Ma io del pas sato non parlo. A meno che non mi convenga... Per esempio, prendiamo la storia con Prandelli. Ora c’è un feeling fanta stico, ma quando ci siamo incontrati a Roma, l’ho messo in croce! Adesso, quando mi ha richiamato in nazionale, mi ha trova to cambiato come uomo. E per questo era felice. Per questo dico che, se anche non dovesse più riconvo carmi, il nostro resterà un rapporto fantastico».

Mai come quello con la sua Carolina.

« Lei mi ha cambiato la vita. La ringrazio per l’eternità. Basta, mi emo ziono ».

Torniamo alle emozioni del campo. Come a Tallinn.

«Io non sono Maradona, che vinceva le partite da solo, come Riva che è qui. L’errore che facevo in passato era quello di pen sare di essere il migliore di tutti. E giocavo per me, da solo. Ho imparato che giocando per la squadra mi sento più forte».

Il segreto per durare a lungo.

«Il mio sogno è quello di non essere più, l’uomo de gli europei, ma di poter essere protagonista al mondiale in Brasile. Poi mi tolgo la maglia e smet to. Perché a 32 anni chi ce la fa più a correre?».

Sarà orgoglioso, dopo aver perso il Sud Africa, di essere al centro del nuovo progetto azzurro.

« Sì, ma le polemiche fanno male. Io so che vin ceremo: Prandelli è un tecnico di primo livello».

Può dire lo stesso di Delneri?

«Con me è stato chiaro, un uomo vero. A un certo punto, io giocavo largo a sinistra, mi ha detto “o ac cetti di fare la seconda punta o sei fuori”. Così è stato. Quando ho avuto la mia nuova chance, lui mi ha spiegato: “ in questo modo diventerai deva stante”. E ho segnato 6 gol: è stato un passo im portante per la mia matu razione tecnica».

Altri segreti genovesi, oltre sua moglie, dietro la sua trasformazione?

« Sì, il gruppo di lavoro che la Samp mi ha messo a disposizione. “ fidati di loro” mi disse Marotta. Così ho fatto e non li mol lo più».

Stava per andare a Fi renze però.

« Una piazza calda, che mi piace. L’avevo scelta, è vero. Poi ho parlato col presidente. Lui mi ha det to che ci sarebbe rimasto male se fossi partito».

Lei a certi rapporti ci tie ne, ne aveva uno speciale anche con .

« Sapete cosa mi piace rebbe davvero? Giocarci ancora insieme. Io mi so no divertito tanto con Francesco. Lui mi ha fat to segnare 21 gol. E dun que ho quest’altro sogno: almeno una volta, mi pia cerebbe rigiocare con , non nella Roma, magari in Nazionale, magari per uno scopo benefico. Oh, ora non scrivete Cassano vuole in nazionale...».

Che male c’è ad invoca re un vecchio amico.

« L’amicizia c’era. Poi un po’ per colpa mia, un po’ per colpa sua il nostro rapporto è cambiato. Ma adesso ci salutiamo con affetto. Come uomo e co me calciatore non si di scute ».

Discutiamo invece del suo ruolo: punta esterna a sinistra, seconda punta...

« Io mi vedo seconda punta, che può partire an che da sinistra. Disponibi le a quello che decide l’al lenatore, a meno che non mi chieda di fare il terzi no ».

Sarebbe la sua “norma lizzazione” definitiva. E la fine di Cassano...

« Ma a voi non va bene mai niente. Le giocate sì, le giocate no. Prendiamo Rooney e Cristiano Ronal do. Il primo segna 1000 gol e gioca per la squadra, l’altro fa altrettanto, tra piroette e colpi a effetto. Ma le partite da solo, ri peto, le vinceva solo Ma radona ».

Intanto lei ha il 10 sulle spalle, il numero simbolo della nazionale «Ma io questa cosa non la capisco. A me non me ne frega niente. Datemi il 99, il 14, il 28, il 44, anzi il 22, che è il matto. Il 10 lo diamo a se torna, che problema c’è».

A Balotelli lei invece ha dato dei consigli, gli sta facendo da chioccia.

« La vedo dura, io che faccio una cosa simile... Lui lo ha beccato Gigi (Ri va, ndi) fin dal primo giorno: “Quella è la stra­da...”. Io posso dargli dei suggerimenti, anche a voi: lasciatelo crescere e sbagliare senza fare sem pre il cinema intorno a quello che gli succede».

Lei parlava di presente. Ma il suo futuro è Geno va, è la Samp?

« Se dipende da me, sì. Rinnovare e restare».

Brutto colpo, la subito sfumata.

«Bruttissimo. Già stavo pensando al di . Ma ripeteremo una grande stagione»

Scudetto al...?

«Milan. Sì, anche l’Inter è in prima fila ma con Ibra e Robinho i rossone ri hanno tutto. E occhio alla , occhio. Altro che quarto posto...».

Ma il nostro calcio di co sa è malato?

«I ragazzi si allontanano dal gioco. Non è solo que stione di divertimento, anche di talento. Ho letto che Bolt vuol giocare a pallone. Bravo, lui corre. Poi però il campo fini sce... Serve la qualità. Ora sono arrivati Baggio, Ri vera e Sacchi, speriamo che sappiano fare cose per i giovani».

Ma a suo figlio, quando verrà, cosa consiglierà?

«Gli dirò “Senti a papà, fino a 25 anni non fare quello che ho fatto io”. Pe rò per lui sarà diverso. In tanto non sarà povero co me sono stato io. E state tranquilli: io sarò un bra vo padre».