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IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Finisce con la Sud che incita il Capitano e lui che lancia un pallone lì, nellanima del tifo romanista. Finisce con Ranieri sorridente, con Adriano pronto a ridiventare Imperatore con un sorriso dolcissimo verso i tifosi prima di imboccare le scalette degli spogliatoi, con Burdisso che strilla non si sa cosa a chi (in fondo è sempre il Bandito), con la panchina tutta in piedi e con la gente romanista che canta a squarciagola, per la seconda volta in pochi giorni, Grazie Roma. Ma finisce, soprattutto, con un meraviglioso stendardo che compare in Distinti Sud e dice: Bentornata Roma.
E il momento dellinno della Champions, che non si sentiva in questo stadio dall11 marzo del 2008, probabilmente lultima partita vera della Roma di Spalletti. Unaltra vita. Il primo coro dice tutto, perché è Che sarà sarà, seguito poco dopo dalla versione Senza tessera, ovunque ti seguirem. Poi, via via, tutti gli altri,
intervallati sempre da quelli contro la Tessera del tifoso. Nel primo tempo la Roma difende sotto la Sud e al primo pallone toccato da Mexes lo stadio applaude. E le bandiere sventolano. Sarà un segno del destino. La Roma spinge, ma nel primo tempo il gol non arriva. A inizio ripresa entra Adriano e quando lo stadio lapplaude sorride. E applaude ancora. Ma è nulla rispetto al boato che cè quando Mexes scaglia in rete il pallone dell1-0. Lo speaker riassume lo stato danimo di tutti i romanisti: Per questa maglia labbiamo visto piangere, ora siamo felici di vederlo esultare. Parole sante, come santo, immacolato, splendido, bellissimo è il gol di Marco Borriello, ancora sotto la Sud. Sinistro al volo e vai, verso una curva che già lo ama e a cui lui mostra lorecchio perché vuole sentirla ancora. Sempre di più (nonostante il gol del Cluj faccia vivere dieci minuti di paura) sempre più su. Come la Roma.