Cori contro Bossi e Maroni Un urlo accompagna la Roma

29/09/2010 alle 09:36.

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Finisce con la Sud che incita il Capitano e lui che lancia un pallone lì, nell’anima del tifo romanista. Finisce con Ranieri sorridente, con Adriano pronto a ridiventare Imperatore con un sorriso dolcissimo verso i tifosi prima di imboccare le scalette degli spogliatoi, con Burdisso che strilla non si sa cosa a chi (in fondo è sempre il Bandito), con la panchina tutta in piedi e con la gente romanista che canta a squarciagola, per la seconda volta in pochi giorni, Grazie Roma. Ma finisce, soprattutto, con un meraviglioso stendardo che compare in Distinti Sud e dice: “Bentornata Roma”.

 

E’ il momento dell’inno della , che non si sentiva in questo stadio dall’11 marzo del 2008, probabilmente l’ultima partita vera della Roma di Spalletti. Un’altra vita. Il primo coro dice tutto, perché è “Che sarà sarà”, seguito poco dopo dalla versione “Senza tessera, ovunque ti seguirem”. Poi, via via, tutti gli altri,

intervallati sempre da quelli contro la Tessera del tifoso. Nel primo tempo la Roma difende sotto la Sud e al primo pallone toccato da Mexes lo stadio applaude. E le bandiere sventolano. Sarà un segno del destino. La Roma spinge, ma nel primo tempo il gol non arriva. A inizio ripresa entra Adriano e quando lo stadio l’applaude sorride. E applaude ancora. Ma è nulla rispetto al boato che c’è quando Mexes scaglia in rete il pallone dell’1-0. Lo speaker riassume lo stato d’animo di tutti i romanisti: “Per questa maglia l’abbiamo visto piangere, ora siamo felici di vederlo esultare”. Parole sante, come santo, immacolato, splendido, bellissimo è il gol di Marco Borriello, ancora sotto la Sud. Sinistro al volo e vai, verso una curva che già lo ama e a cui lui mostra l’orecchio perché vuole sentirla ancora. Sempre di più (nonostante il gol del Cluj faccia vivere dieci minuti di paura) sempre più su. Come la Roma.