Conti-Totti, i muscoli dei capitani

09/09/2010 alle 17:11.

L'UNIONE SARDA - Per anni è stata una sfida quasi reverenziale, emozionante, surreale, a tratti imbarazzante, comunque speciale. Sino a quandoDaniele Conti ha deciso di mostrare il petto. Spazzando via vecchi sogni q

Spazzando via vecchi sogni quante volte raccontati nei diari di scuola e rovinando spesso l'umore a papà Bruno che non perde occasione per ribadire un concetto a lui caro: «La Roma non si discute, si ama». Uno strappo netto col passato. In nome del Cagliari di cui è diventato addirittura il capitano e di un'intera Isola, che ha stravolto la sua storia nel calcio, e non solo quella.

L'APPUNTAMENTO «Certo, all'inizio sentivo parecchio questa partita, ma ormai sono in Sardegna da troppo tempo per farmi ancora condizionare. Resta una gara particolare, come tante altre», ripete ormai da qualche stagione il regista rossoblù, trent'anni tondi tondi di cui gli ultimi dodici consumati con addosso la maglia rossoblù.Non solo addosso. «Ce l'ho appiccicata sulla pelle», aveva detto un campionato fa, più o meno di questi tempi. E mentre lo diceva i suoi occhi luccicavano. Sincero. Forse anche po' sollevato. Ora che rappresenta il Cagliari e non più la Roma, la squadra che tifava da bambino e con la quale ha esordito (24 novembre 1996) e segnato (5 dicembre 1998) il primo gol in serie A. Ora che non è più soltanto il figlio del Bruno "mundial", ma semplicemente Daniele Conti, e scusate se è poco. Ora che anche il più scettico dei tifosi lo applaude dopo averlo a lungo fischiato.

LA PRIMA VOLTA A prescindere dalle dichiarazioni di facciata Cagliari-Roma per Conti non può essere una partita come tutte le altre, soprattutto questa di dopodomani, la prima da capitano (tra l'altro sarà l'esordio stagionale dal primo minuto dopo il mezzo ko di due domeniche fa a Palermo). Già in altre occasioni aveva affrontato i giallorossi con la fascia al braccio, complice però il forfeit di Diego Lopez che due mesi fa gli ha ceduto il testimone definitivamente. Dodicesima stagione in rossoblù: 296 partite in tutto tra A e B, 29 gol, mica briciole, insomma. Ormai il Cagliari ce l'ha nel cuore, e quando gioca contro la Roma tiene a dimostrarlo una volta di più. Se segna esulta ancora più forte. Lo ha fatto anche all'Olimpico (e i tifosi giallorossi, compreso il padre che della Roma è il direttore tecnico, non hanno proprio gradito).

SFIDA NELLA SFIDA Non solo al Sant'Elia, col tempo Conti si è costruito sul campo un ruolo da assoluto protagonista ovunque. Persino la sfida con  (che per lui resta il giocatore italiano più forte) non è più impari. Fascia contro fascia, mezza storia della Roma contro una grossa fetta di quella rossoblù. Amici contro. Se necessario a muso duro. Come l'anno scorso, quando Conti si è indispettito con per un mancato gesto di fair play e non glielo ha mandato certo a dire. In campo insulti e spintoni, in serata lo strappo è poi stato ricucito al telefono. Questione di cuore, e quello di Daniele ormai batte solo per il Cagliari.