Conti: Qui starà come a casa

01/09/2010 alle 10:10.

CORSPORT (G. D'UBALDO) - Bruno Conti, l’arrivo di Marco Borriello aumenta il po­tenziale offensivo della Roma e più in generale la competitività della squadra giallorossa... «E’ stata una grande operazione del nostro presidente, c’è stato un la­voro di grup­po, abbiamo passato una giornata in­tensissima. La dottoressa Sensi ha volu­to fortemente questo acquisto. Con Marco c’è un rapporto da tan­ti anni ed è un piacere averlo con noi».

«E’ stata una grande operazione del nostro presidente, c’è stato un la­voro di grup­po, abbiamo passato una giornata in­tensissima. La dottoressa Sensi ha volu­to fortemente questo acquisto. Con Marco c’è un rapporto da tan­ti anni ed è un piacere averlo con noi».

Ci racconta come nasce il rap­porto con Borriello?

« Lui venne da piccolino a fare un provino da noi, quando aveva­mo rapporti con una società affi­liata per le scuole calcio che si chiamava Carioca. Marco veniva da Barra, vicino . Per un problema di disponibilità del pen­sionato non se ne fece niente. Poi finì in una scuola calcio vicino Mi­lano e prese altre strade. Ma il rapporto è rimasto. Il suo acquistofa crescere il valore tecnico della Roma. Lo voleva anche la Juven­tus, per noi è motivo di soddisfa­zione essere riusciti a spuntarla».

Alla fine è rimasto anche Oka­ka. Ora in attacco siete addirittu­ra un po’ troppi...

«Il nostro obiettivo era quello di mettere a disposizio­ne del tecnico una rosa che gli permet­tesse di avere diver­se soluzioni. Avremo tanti impegni, ci sa­rà bisogno di tutti. Adesso già prevedo che qualcuno comin­cerà a far sorgere problemi di abbondanza, ma se re­steremo compatti alla fine ci sarà spazio per tutti».

Dopo Burdisso, siete riusciti a strappare alla anche Borriello.

« E’ la dimostrazione che tutto sommato nel calcio contano anco­ra i valori umani. In questo mon­do oltre agli interessi economici c’è ancora spazio per i sentimenti. Ci sarà un motivo se giocatori co­sì importanti scelgono la Roma. Vedere la felicità di Burdisso, del­la moglie, della bambina, appena tornati a Roma è stata una sensa­zione indescrivibile. Con Marco ho appena parlato al telefono, mi ha dettoche per lui “ è un sogno che si avvera” e che sta “già pen­sando al trasloco”. Ricordo che ci siamo ritrovati circa un anno fa a Bellinzona, dove gioca mio figlio Andrea. Anche lui ha un fratello che gioca in Svizzera. Avevamo fatto certi di­scorsi sul fu­turo, c’è sem­pre stato un certo feeling. Lo conosco bene, è un ra­gazzo favolo­so, non dimen­tica da dove è partito e i sacrifici che ha fatto per arrivare. Sono convinto che nella Roma potrà togliersi grandi sod­disfazioni, troverà un ambiente dove si troverà subito bene».

Sembrava un’operazione impos­sibileper la Roma

«Non è stata facile, abbiamo pas­sato una giornata... Ho finito un pacchetto di sigarette. Ma abbia­mo fatto il gioco di squadra, dopo l’input partito dal presidente Sen­si. Daniele Pradè a Milano, noi qui a Roma. Noi siamo abituati ad agi­re così. Un gruppo di lavoro non può avere solisti. Da soli non si va da nessuna parte».