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CORSPORT (G. D'UBALDO) - Bruno Conti, larrivo di Marco Borriello aumenta il potenziale offensivo della Roma e più in generale la competitività della squadra giallorossa... «E stata una grande operazione del nostro presidente, cè stato un lavoro di gruppo, abbiamo passato una giornata intensissima. La dottoressa Sensi ha voluto fortemente questo acquisto. Con Marco cè un rapporto da tanti anni ed è un piacere averlo con noi».
«E stata una grande operazione del nostro presidente, cè stato un lavoro di gruppo, abbiamo passato una giornata intensissima. La dottoressa Sensi ha voluto fortemente questo acquisto. Con Marco cè un rapporto da tanti anni ed è un piacere averlo con noi».
Ci racconta come nasce il rapporto con Borriello?
« Lui venne da piccolino a fare un provino da noi, quando avevamo rapporti con una società affiliata per le scuole calcio che si chiamava Carioca. Marco veniva da Barra, vicino Napoli. Per un problema di disponibilità del pensionato non se ne fece niente. Poi finì in una scuola calcio vicino Milano e prese altre strade. Ma il rapporto è rimasto. Il suo acquistofa crescere il valore tecnico della Roma. Lo voleva anche la Juventus, per noi è motivo di soddisfazione essere riusciti a spuntarla».
Alla fine è rimasto anche Okaka. Ora in attacco siete addirittura un po troppi...
«Il nostro obiettivo era quello di mettere a disposizione del tecnico una rosa che gli permettesse di avere diverse soluzioni. Avremo tanti impegni, ci sarà bisogno di tutti. Adesso già prevedo che qualcuno comincerà a far sorgere problemi di abbondanza, ma se resteremo compatti alla fine ci sarà spazio per tutti».
Dopo Burdisso, siete riusciti a strappare alla Juventus anche Borriello.
« E la dimostrazione che tutto sommato nel calcio contano ancora i valori umani. In questo mondo oltre agli interessi economici cè ancora spazio per i sentimenti. Ci sarà un motivo se giocatori così importanti scelgono la Roma. Vedere la felicità di Burdisso, della moglie, della bambina, appena tornati a Roma è stata una sensazione indescrivibile. Con Marco ho appena parlato al telefono, mi ha dettoche per lui è un sogno che si avvera e che sta già pensando al trasloco. Ricordo che ci siamo ritrovati circa un anno fa a Bellinzona, dove gioca mio figlio Andrea. Anche lui ha un fratello che gioca in Svizzera. Avevamo fatto certi discorsi sul futuro, cè sempre stato un certo feeling. Lo conosco bene, è un ragazzo favoloso, non dimentica da dove è partito e i sacrifici che ha fatto per arrivare. Sono convinto che nella Roma potrà togliersi grandi soddisfazioni, troverà un ambiente dove si troverà subito bene».
Sembrava unoperazione impossibileper la Roma
«Non è stata facile, abbiamo passato una giornata... Ho finito un pacchetto di sigarette. Ma abbiamo fatto il gioco di squadra, dopo linput partito dal presidente Sensi. Daniele Pradè a Milano, noi qui a Roma. Noi siamo abituati ad agire così. Un gruppo di lavoro non può avere solisti. Da soli non si va da nessuna parte».