Conti e Montali «Il nostro tecnico non si tocca»

21/09/2010 alle 10:19.

IL ROMANISTA (G. PIACENTINI) - La Roma sta con Ranieri. Lo ha ribadito il tecnico domenica pomeriggio nella conferenza post-Bologna, riferendosi alla squadra, lo hanno ribadito tutti i dirigenti giallorossi. In questo momento di grande difficoltà bisogna remare tutti dalla stessa parte, come ha voluto sottolineare anche il presidente Sensi

Dello stesso avviso è Gian Paolo Montali, coordinatore generale dell’area tecnica, che non è per niente preoccupato per la situazione attuale della squadra. «Quando sono arrivato la situazione era anche peggio. Due giorni dopo ci hanno tirato le bombe carta dentro Trigoria. Adesso è normale che ci sia un po’ di confusione perché i risultati non arrivano, bisogna mettersi in trincea. Domenica il tecnico ha detto “lavoro, lavoro, lavoro” e mi fa piacere che abbia usato queste parole perché sono le stesse che ho usato io appena sono arrivato. D’altronde io e Ranieri siamo spesso sulla stessa lunghezza d’onda. Questo è il momento di andare diretti sui problemi». E per riuscirci, secondo Montali, ognuno deve rispettare il proprio ruolo perché poi alla fine l’unica parola che conta è quella del tecnico. «Dobbiamo fare un’analisi oggettiva della situazione e non dimenticare che l’unica idea che conta è quella del nostro allenatore, che noi dobbiamo supportare sempre e comunque. Ognuno di noi deve concentrarsi sui propri compiti, senza guardare agli altri. Dai giocatori in campo fino all’ultimo dei magazzinieri, dei fisioterapisti: ho sempre detto che ci sono due squadre, una va in campo e un’altra no. Il mio è un ruolo di supporto che lo scorso anno ha funzionato in modo preciso e ottimo e che stiamo cercando di ripristinare. Col presidente c’è una perfetta sincronia. Abbiamo una mentalità che ci fa risolvere i problemi uno alla volta». Anche perché i tifosi non chiedono altro che ricominciare a sognare. «Lo dobbiamo ai nostri tifosi. Non bisogna avere la presunzione di risolvere tutto in un giorno. Ci vuole pazienza, tempo e serenità. La condizione fisica dipende anche da quella mentale, la squadra verso la fine della partita aveva paura, perché logicamente i risultati non arrivano. Spogliatoio disunito? Non è per niente vero, la cosa straordinaria di questa squadra è l ́unità. La prima qualità che ho trovato».