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IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) - Domani è il giorno del debutto allOlimpico, per Marco Borriello, dopo le due presenze collezionate finora in trasferta. La prima a Cagliari, quando, allesordio assoluto in maglia giallorossa è rimasto coinvolto suo malgrado nel marasma generale di cui è stata preda la squadra. Una prova incolore la sua, nonostante la voglia di fare, ma di cui non si può certo fargliene una colpa. Decisamente più brillante la prestazione offerta allAllianz Arena, dove ancora grida vendetta quel gol mancato a pochi minuti dalla fine, prima del raddoppio del Bayern
La gara con il Bologna, davanti al pubblico che così calorosamente lo ha accolto al momento dellarrivo a Roma, e che lo stesso attaccante ha detto di voler ripagare con lunica moneta che conosce e che ama spendere, ovvero il gol, sembra essere loccasione propizia per fare il proprio ingresso nella classifica dei cannonieri di questa stagione. E darle la scalata, fin dove gli sarà possibile. Più in alto che potrà. Del resto, anche se il posto per il momento non glielo tocca nessuno, cè sempre un certo Adriano, alle spalle, che spinge per rientrare. E che, al di là di quanto molti maligni pensino, ha già fatto capire di non voler affatto rinunciare a quello spazio che, al momento della sua presentazione al Flaminio, sembrava essere destinato per lintera stagione a lui.
Marco sa che lunico modo per conquistare la fiducia dei tifosi, così come quella del tecnico e della squadra, è andare a segno, meglio se già alla sua prima apparizione nello stadio di casa, domani pomeriggio. Quando di fronte a sé, nellaltra squadra, ritroverà un vecchio amico. Un ex compagno di squadra, anzi, di reparto. Di quando entrambi militavano in rossoblù. Non quello del Bologna, ma del Genoa. Era la stagione 2007/08, ed è proprio con Marco Di Vaio che Borriello divideva infatti, oltre che il nome, anche il peso del fronte dattacco. Un anno esaltante, quello, per lattuale attaccante giallorosso, che arrivava in terra ligure dal Milan dopo un stagione poco felice, anche a causa degli infortuni che lavevano funestata (9 sole presenze per lui, una sola rete allattivo). Fu lanno della vera consacrazione, quello a Genova, con 35 presenze in serie A e ben 19 gol segnati. Memorabili i sei rifilati allUdinese, una tripletta allandata e una al ritorno. Tanto per non fare distinzioni tra casa e fuori. Per non parlare dei due con cui permise al Genoa, dopo decenni di astinenza, di battere la Lazio allOlimpico: unaltra medaglietta che depone in suo favore. Fece invece meno bene Di Vaio, che di presenze ne mise insieme 22 e dovette accontentarsi di 3 sole reti in campionato. Laugurio dei tifosi è che quel divario nel rendimento si mantenga costante anche domani.