Adriano migliora e brucia le tappe

08/09/2010 alle 19:13.

IL ROMANISTA (D. GIANNINI) -QUATTORDICI GIORNI dopo lo stop, riecco Adriano in squadra. A tre giorni dalla partita contro il Cagliari, da Trigoria arrivano buone notizie per Claudio Ranieri e per tutti i romanisti. Sì, perché dopo due giorni di lavoro differenziato l’Imperatore Adriano è tornato in gruppo. Il tutto a due settimane esatte dall’infortunio muscolare che gli ha impedito di giocare nell’esordio di campionato col Cesena. Quel 25 agosto fu una gornata nera nell’ambiente giallorosso, con il crac del brasiliano ad aggiungersi alle notizie che arrivavano da Torino di un

Sta nel fatto che la Roma può permettersi di aspettarlo con tutta calma. Con l’obiettivo non di averlo a disposizione, ma di averlo in campo in grado di spaccare le porte coi suoi tiri come faceva ai bei tempi. Il classico bel problema di abbondanza con il quale Ranieri dovrà fare i conti tra qualche tempo. Intanto però c’è il Cagliari alle porte. Una sfida per la quale la Roma continua a prepararsi con la coppia -Borriello, quella che dovrebbe partire titolare sabato sera al Sant’Elia. C’è semmai da capire come il tecnico giallorosso abbia intenzione di utilizzare Vucinic e Menez, entrambi di ritorno dalle rispettive nazionali. Jeremy era a Trigoria già ieri (e con lui ovviamente anche Mexes), ma ha svolto solo lavoro differenziato nonostante non abbia giocato a Sarajevo nella seconda delle due partite di qualificazione all’Europeo della Francia. Mirko invece si rivedrà in campo solo oggi, stanco ma carico a pallettoni per la doppia vittoria del suo Montenegro, con tanto di gol decisivo nella prima partita. Una rete che sembra averlo sbloccato psicologicamente e che, si spera, lo rilancierà anche in giallorosso, dove ha "steccato" le prime due uscite ufficiali. Uno dei due tra lui e Jerry rimarrà fuori, almeno in partenza, per poi magari cambiare la partita in corsa. Quello che Ranieri si aspettava facesse Jerry lo scorso anno proprio a Cagliari. Non andò così e fu un disastro. Stavolta però è un’altra storia, un altro Menez.