Adriano, la solitudine di un idolo già dimenticato

06/09/2010 alle 10:32.

CORSERA - Gentile Adriano, in questi ultimi giorni, ho colto, come tanti, una sua struggente solitudine. Che forse non è tanto fisica, perché poi c’è sempre il campo, Trigoria, ci sono gli allenamenti e i compagni di squadra: la solitudine in cui temo lei si stia cominciando a perdere, ha piuttosto un carattere sentimentale.

Credo abbia invece pensato che Roma fosse la à giusta per ricominciare ad essere un calciatore professionista. Prima che quel suo poderoso muscolo si bloccasse - intendo l'adduttore della coscia destra - lei ha trascorso due mesi a correre e correre non tanto per fare fiato, come si dice in gergo, ma per dimagrire. Il giorno che la sottoposero alle visite mediche, il suo peso fu tenuto segreto. Ma siamo a Roma e il segreto è durato poco: 104 chili. Per gonfiarsi così, non è sufficiente mangiare più del solito o bere qualche cocktail Negroni di troppo. Qui i Negroni li beviamo tutti. Lei ha fatto, evidentemente, di più.

Lei, perdoni la confidenza, conduce da troppi anni una vita faticosa. Nell'animo - la sua depressione, che ha spesso denunciato, è una roba tremenda - e quindi poi però anche e soprattutto nel fisico. Cosa si è scolato? Quante albe ha aspettato? Per le donne, vale il discorso fatto per i cocktail: piacciono a tutti, ma un atleta deve avere una misura e delle regole. E lei, ecco il punto politico del ragionamento, lei ha scelto una à, Roma, che su cocktail e donne non ha regole.  Questo potrà sembrarle una considerazione eccitante. E può darsi che lo sia. Solo che lei, a ogni passo, rischia di cadere in tentazione. Lo sapevano. E infatti cosa le hanno fatto scrivere sul contratto? Non deve fare tardi la notte, non deve arrivare tardi agli allenamenti, non deve essere sorpreso nemmeno con un boccale di birra in mano. Pena: la rescissione di ogni accordo. Lei si stava impegnando. Poi purtroppo non è arrivato solo quest'infortunio che la costringe ad un mese di immobilità: e ancora aveva su una pancia imbarazzante.

È arrivato, come dicevamo, anche Borriello. Asciutto, tonico, in forma. L'anno scorso micidiale con la maglia del Milan. È così che ci siamo dimenticati di lei. Ed è per questo, penso, che lei comincia a sentirsi molto solo. La scena è piuttosto incartata. Può uscirne solo dimagrendo, tornando a sfondare le difese avversarie e segnando. Ci provi. Il giorno, tra una settimana o tra due mesi, che dovesse capire di non riuscirci, non si faccia travolgere dalla tristezza. Esca di casa e venga a Campo de' Fiori. Ci beviamo una cosa e poi andiamo a una festa.